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Tracce biologiche e Marte

 di Alessio Feltri

 

Un lettore (Luciano) mi scrive per segnalare una foto, in cui evidentemente presume di aver trovato tracce di forme biologiche.



Ebbene, il nostro amico ha perfettamente ragione, ma questo mi fornisce l'opportunità per allargare il discorso, cosa che farò analizzando l'immagine della sua gradita segnalazione.
La foto in questione è un settore di un mosaico di immagini riprese dopo un'ablazione del RAT su LION STONE:



Qualcuno ricorderà che nel mio ultimo articolo avevo già inserito una foto dello stesso punto (prima di questa "passata" del RAT):



In questa immagine 3D c'è lo stesso animale nella posizione della foto segnalata dal lettore.



Ora, l'evidenza di forme biologiche non basterebbe da sola a confutare le versioni ufficiali. Se però individuiamo una forma specifica e poi ne troviamo un'altra perfettamente identica (come ho fatto con il pezzo scheletrico B nel mio articolo), il castello di carte faticosamente puntellato dalla NASA crolla miseramente.
Questo metodo è infallibile e allo scopo lo applicherò spostandomi di alcuni centimetri per trovare un animale identico:



In sintesi ai miei lettori chiedo di dare per scontata la vita su Marte. L'aiuto che possono dare è molto semplice:

1) Trovare nelle immagini microscopiche il più alto numero possibile di forme biologiche completamente identiche e segnalarle.
2) Cercare di interpretare le foto sul piano eco-sistematico.

Rimanendo sulla stessa immagine formulo un'ipotesi a titolo di esempio concreto del punto 2:



A indica il "tunnel" scavato dai tentacoli di quello che ipotizzo essere un idrozoo coloniale epi-endolitico
B indica una sferula sezionata dal RAT
C indica il probabile nucleo dell'idrozoo.

Dato che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, dove pensate che vada a finire la terra scavata una volta digerita?

Ricordo che l'ultima teoria divulgata dalla NASA sulle sferule è che qualche fenomeno naturale abbia frantumato l'intera pianura in minutissimi frammenti che si sono arrotondati e arricchiti di ematite in presenza di acqua corrente (ma non ero io quello che propugnava tesi fantascientifiche?).

Ringrazio ancora il lettore, che invito ad ulteriori sforzi investigativi seguendo i due punti che ho indicato.

ALESSIO FELTRI


 

 

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