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Bello, a volte, "far la coda"...

di "Il Biancodrillo" 

 
 

 

 

 

Cos’hanno in comune la Ferrari e un delfino?

A parte forse la bellezza, in apparenza ben poco. Invece, in Giappone, esiste un delfino il cui destino è stato deciso proprio da qualcosa che spesso decreta le vittorie in

Formula 1.

 

Fuji, questo è il nome della delfina di cui stiamo parlando, è un bellissimo esemplare di poco più di 30 anni. E’ già diventata mamma diverse volte, e anche nonna. Purtroppo, una brutta malattia, le ha messo fuori uso la coda, decretandone la perdita.

Oltre agli indubbi disagi per la vita quotidiana, le erano precluse anche le attività che svolgeva normalmente come quei salti e quelle acrobazie che, in spettacoli, allietavano da generazioni il pubblico di adulti e bambini nel grandioso acquario di Okinawa,

l'Churaumi Aquarium.

Il suo veterinario personale, oltre a pregiarsi dell’amicizia di questo dolce animale, aveva la fortuna di essere amico stretto di una persona che lavorava alla Bridgestone, nota casa produttrice di pneumatici. La sinergia che si creò tra i due amici fece nascere un’idea meravigliosa: una nuova coda per Fuji.

 

Come accade a quasi tutte le idee meravigliose, nemmeno questa fu priva di difficoltà: la strada per giungere ad un prodotto che aiutasse davvero il delfino Fuji era decisamente impervia, tanto da richiedere numerosi prototipi e tentativi a vuoto.

 

 

 

Insomma, oltre all’affetto dei suoi “angeli custodi” e alla capacità dei tecnici al lavoro, qui serviva una piccola magia, o qualcosa di simile!

Quanti di noi, davanti a un’opera d’arte, si son domandati quale enorme talento possedesse chi l’aveva prodotta, un talento che a volte rasenta la magia? E fu proprio l’intervento di un artista,  aggiuntosi in soccorso del gruppo di persone che stavano tentando “l’operazione coda”, a decretare il verificarsi del “miracolo”: Kazuhiko Yakushiji, uno specialista delle riproduzioni in plexiglass di delfini in scala 1:1.

 

 

 

L’unione delle capacità e delle conoscenze di questo team, fece sì che il prodigio prendesse forma (è proprio il caso di dirlo).

 

 

Passati circa due anni, e molti tentativi, finalmente il prodotto definitivo era pronto risolvendo brillantemente anche il problema della compatibilità dei materiali con l’epidermide del delfino.

 

Il silicone utilizzato, infatti, rispondeva alla perfezione ai canoni di tollerabilità nella zona del moncone della coda, mentre il resto della protesi fu realizzata in un tipo di gomma molto simile a quella usata sulle monoposto di Formula uno.

Due chili di gomma per un mondo di gioia.

 

Fuji è tornata a nuotare e a esibirsi, felice, per i suoi ammiratori e per sé, e chissà, visto che il delfino è uno degli animali con l’intelligenza più simile a quella dell’uomo, se ora è consapevole che certi amici umani, a volte, sanno fare miracoli con la volontà, l’affetto, l’impegno e tanto lavoro…

 

 

 

Il Biancodrillo

 
 

Immagini © Fumio Kato

Immagini © Okinawa Churaumi Aquarium

Link:

Mr. KazuhikoYakushiji

Okinawa Churaumi Aquarium

Esperimento Fuji

 
 

Data: 02/11/2008

Autore: Il Biancodrillo

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