Gioielli e monete rinvenuti al Gesù

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Povero diavolo! Lo aveva nascosto (forse per sottrarlo alle razzie dei siracusani) con l’intento di tornare a prenderlo in tempi migliori. Ma non ne ebbe il tempo ed il piccolo tesoro di famiglia, custodito dalla nuda terra per oltre duemila anni, è venuto alla luce nei giorni scorsi, quasi per caso, poiché in quell’area, a fondo Gesù, la Soprintendenza archeologica aveva già effettuato una serie di saggi preliminari.

Il vecchio rione nord della città si rivela, ancora una volta, un’area ricca e generosa dal punto di vista archeologico. Dopo il rinvenimento delle monete, oltre 150 pezzi in bronzo provenienti da ogni angolo della Magna Grecia, gli archeologi si sono imbattuti tra giovedì e venerdì scorso in una piccola “cassaforte” di famiglia risalente, con tutta probabilità, all’inizio del terzo secolo avanti Cristo, periodo che le fonti ricordano per la conquista a tradimento dell’antica Kroton da parte del tiranno siracusano Agatocle. I reperti sono venuti alla luce nell’area della costruenda autostazione di Romano dove sta per nascere la nuova officina per la manutenzione degli autobus, dopo che quella di via Mario Nicoletta è andata distrutta la scorsa estate in un incendio doloso.
Da un vecchio vaso color osso, seppellito ad oltre mezzo metro dall’attuale piano di calpestio, sono spuntati fuori, tra lo stupore degli archeologi, gioielli e monete che ricoprono, come quelle rinvenute qualche giorno prima, un po’ tutte le colonie della Magna Grecia; monete in bronzo, oro, argento ed elettro (una lega, quest’ultima, utilizzata per coniare le più antiche monete greche dell’Asia minore) che rappresentano tutta la Magna Grecia, da Thurio a Taranto, da Siracusa a Kroton. Si tratta, con molta probabilità, come ipotizza il direttore del Museo archeologico di Crotone, Roberto Spadea, di monete tesaurizzate, non circolanti all’epoca in cui furono nascoste dal quel povero diavolo di krotoniate, anche se ancora è tutto da verificare e la stessa Soprintendenza preferisce non sbilanciarsi più di tanto di fronte a quell’ammasso di fango dal quale spuntano i reperti. Spadea è comunque convinto che si tratti di un “salvadanaio” di famiglia, come quei cofanetti nei quali si usa, ancora oggi, conservare gioielli e vecchie monete fuori circolazione; un “salvadanaio” che qualcuno avrebbe cercato di nascondere lontano da occhi indiscreti nei pressi della propria abitazione. E di abitazioni in quel posto, più vicino all’Istituto tecnico commerciale che alla costruenda autostazione, ce n’erano parecchie come hanno dimostrato i saggi preliminari della Soprintendenza. Del resto, gli archeologi sono giunti ai due rinvenimenti seguendo il perimetro del muro di un’abitazione dell’epoca (nella foto).
Ma il pezzo più pregiato del “tesoro” sono i gioielli. “Niente a che vedere con il tesoro della Dea”, mette le mani avanti Spadea, precisando che soprattutto il diadema di Hera è “un pezzo unico al mondo, l’eccezione nell’eccezione, che non ha eguali in altre parti della terra”, ma comunque di un certo valore, soprattutto da un punto di vista strettamente scientifico. Orecchini, anelli, pendenti, fibule, armille, fermatrecce ed altro è stato rinvenuto in quel vaso; alcuni pezzi sono d’oro, altri d’argento. Attualmente sono strettamente custoditi a palazzo Morelli, lontano da occhi indiscreti ed in attesa di essere ripuliti per essere esposti nel corso di una mostra che avrà luogo, ha annunciato Spadea, nella seconda metà di novembre, per volere della soprintendente reggente, Annalisa Zarattini.
“E’ un bel ritrovamento - aggiunge Spadea - raro per Crotone ed al quale attribuisco un voto alto. Non è escluso che dallo studio di questi reperti riusciamo a sapere qualcosa in più sulla Kroton del terzo secolo, prima dell’arrivo di Annibale e dell’avvio della fase di decadenza. Terzo secolo che resta ancora oscuro e che stiamo cercando di decifrare attraverso gli studi degli ultimi anni. Non è detto che questo ritrovamento non possa essere lo spunto per organizzare un convegno sulla Kroton del terzo secolo, su come viveva la città prima dell’arrivo di Annibale”.

 

 
   

Data: giovedì 01 dicembre 2005

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Fonte: ilcrotonese.it

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