Home - Home Astronautica - Archivio astronautica

 
     
 

Si studia una ripresa dei lanci dalla

 base italiana San Marco

Tra il 1967 e il 1988, dal poligono spaziale italiano sono stati lanciati 27 razzi e messi in orbita dieci satelliti, alcuni anche per conto della NASA

 
     
  Sarà pronto entro l'anno lo studio di fattibilità per riprendere l'attività di lanci dalla base italiana di Malindi, in Kenya. ''E' un obiettivo che intendiamo sviluppare'', ha detto il responsabile del Progetto San Marco per l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Ibba.

La base spaziale italiana di Malindi è attualmente il sito di lancio più vicino all'Equatore. Nell'ambito delle linee di sviluppo per la base per i prossimi dieci anni si punta soprattutto a quattro settori: ripresa dei lanci, potenziamento dell'attività di acquisizione dei dati da satelliti, attività di osservazione della Terra, formazione.

''Si sta verificando la possibilità di riprendere i lanci con vettori tradizionali e palloni stratosferici", ha detto Ibba. Tra i vettori tradizionali, l'ipotesi più realistica è una versione ridotta del lanciatore Vega, ma si pensa anche ad altri lanciatori di piccole dimensioni. Gli studi in proposito saranno conclusi entro l'anno e a metà del 2008 si potrebbe delineare un progetto.

Ventisette razzi lanciati, tra sonde e vettori per la messa in orbita di dieci satelliti, senza nemmeno un fallimento. Sono le cifre che compendiano i primi venti anni di attività di attività (dal 1967 al 1988) del poligono spaziale che l'Italia possiede sulle coste del Kenya su due piattaforme denominate "San Marco" e "Santa Rita" ancorate nell'Oceano Indiano (nell'immagine), presso Malindi.

La storia della base San Marco, fortemente voluta e realizzata da Luigi Broglio, artefice della nascita delle attività spaziali italiane, è iniziata il 26 aprile 1967, con la messa in orbita del satellite San Marco-2, ed è praticamente cessata dopo circa 20 anni, almeno dal punto di vista dei lanci. Dal 1987 la base è infatti impiegata solo come stazione di telemetria per i lanci che avvengono dal poligono europeo i Kourou.

Il lancio del '67, amava sottolineare Broglio, "fece entrare l'Italia nella serie A dei Paesi spaziali, quelli con libero accesso allo spazio. Finché le situazione è durata, l'Italia è stata in testa alle nazioni europee ed ha potuto istruire centinaia di ingegneri e tecnici in una tecnologia d'avanguardia".

L'ingresso dell'Italia nello spazio era avvenuto il 15 dicembre 1964, con il lancio del San Marco-1, l'unico dei dieci satelliti ad essere lanciato in USA. I lanci dei successivi nove satelliti (compresi quattro della Nasa e uno britannico) sono avvenuti tutti dalla base di Malindi e sono tutti pienamente riusciti.

L'Italia è stato l'unico Paese ad aver messo in orbita satelliti per gli USA, a parte qualche satellite commerciale affidato negli ultimi anni a russi e cinesi. L'ultimo lancio dalla base italiana, quello del satellite San Marco-5 è avvenuto il 26 marzo 1988. Dopo oltre venti anni di attività svolta con successo utilizzando razzi vettori Scout forniti gratuitamente dagli USA, per la base equatoriale è iniziato un periodo di declino a causa di difficoltà di finanziamento per i programmi spaziali nazionali e per le spese di manutenzione. Ora c'è una nuova speranza
 
     
 

Data: 27 agosto 2007

Fonte: Newton - 24/08/07

 

 

 
 

 
 

Questo contenuto di Space Freedom è pubblicato secondo la licenza di utilizzo di Creative Commons, salvo diversa indicazione.

L'editore non assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti nell’articolo o di errori in cui fosse incorso nella loro riproduzione sul sito.