Perché su Marte il Viking non rilevò la vita?

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di Margherita Campaniolo

 


26 novembre 2004 - Per aiutarci a comprendere la natura di Marte, importantissimi risultati ci vengono da una ricerca scientifica, conclusioni  pubblicate, questa settimana, dal magazine Science, in un articolo dal titolo "Mars-like Soils in the Atacama Desert, Chile, and the Dry Limit of Microbial Life"

Un gruppo di scienziati della NASA, della Universidad Nacional Autonoma del Messico, della Louisiana State University e di altri centri di ricerca, ha scoperto un plausibile motivo per cui le missioni Viking non rilevarono, a suo tempo, tracce di vita su Marte e tutto questo studiando il più asciutto deserto della Terra, il deserto cileno dell'Atacama.

Perché questa deduzione associando Marte al deserto di Atacama?

Le missioni Viking della NASA (Viking 1 - 20 luglio 1976/ Viking 2 -  3 settembre 1976)  che eseguirono le prime analisi biologiche di campioni marziani, mostrarono al mondo "in attesa" un terreno  privo di materia organica, dei precursori chimici necessari alla vita.

Allo stesso modo e con gli stessi risultati, l'anno scorso, nella parte più asciutta del deserto di Atacama, il gruppo di ricerca eseguì degli esperimenti simili a quelli condotti dal Viking e con un esito senza appello: niente di vivente in quelle lande.

Gli scienziati ritennero tali risultati piuttosto insoliti; le analisi erano state effettuate sì in un  ambiente desertico ma pur sempre in un abitat esposto all'atmosfera; ce n'era abbastanza  per decidere di andare a fondo a questa "faccenda".

Il principale ricercatore della missione scientifica, il dott. Chris McKay, ha così dichiarato: "Se il Viking fosse atterrato non su Marte ma nella parte più asciutta del deserto dell’Atacama ed avesse fatto esattamente gli stessi esperimenti non avrebbe trovato nulla” ed aggiunge "l’Atacama sembra essere l'unico posto sulla Terra dove il Viking non avrebbe trovato niente".

Il dott. Fred A. Rainey, dell'università di Stato della Luisiana e che studia la vita di microrganismi in ambienti estremi ha detto: "L’Atacama è l'unico posto della Terra dove ho prelevato campioni del terreno per sviluppare i microrganismi in laboratorio e non si è sviluppato nulla".

La curiosa constatazione ha spinto quindi il gruppo a procedere nella ricerca e, durante gli studi, la squadra ha infine scoperto che la "morte" di quell'ambiente è solo apparente: i materiali organici, in quell’arido deserto, ci sono, ma ad una profondità tale e a tali temperature da non essere rilevabili dalle sonde NASA.

Secondo i ricercatori quanto è accaduto nel deserto dell’Atacama assume un’importanza fondamentale per la preparazione delle future missioni marziane al fine di prevedere strumentazioni ed esperimenti che evitino possibili errori valutativi come  quelli in cui è potuto incorrere il Viking.

Un ambiente come l’Atacama, in cui piove in media una volta ogni 10 anni, è un’immensa risorsa per sviluppare strumenti sofisticatissimi d’analisi, autonomi e portatili, capaci d’esaminare, in futuro e senza "errori", il terreno marziano.

Il deserto dell’Atacama del Cile, formatosi 15 milioni di anni fa, 50 volte più arido della "valle della morte" californiana è quindi solo "virtualmente" sterile; com'è sterile Marte? Realmente o altrettanto "virtualmente"?

La ricerca in terra cilena è stata possibile grazie a diverse istituzioni scientifiche ma anche grazie alla NASA's Astrobiology Science and Technology for Exploring Planets program. Ciò appare come il chiaro segnale che l'ente vuole andare a fondo nella ricerca delle verità marziane. A tratti sorge il dubbio che "insegua" una verità che le è già nota ma è oltremodo interessante valutare le “mosse” delle future probabili rivelazioni poiché.... di tutto possiamo dubitare ma siamo certi che, se su Marte vita c’è,  l’America non permetterà a nessuno di  batterla; sarà lei ad “illuminare” il mondo di tale verità.

 
 
   

 

 
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