L’OTTO MARZO DELLE STUDIOSE DEL CIELO

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Quelle donne con il telescopio

 

HANNO SCOPERTO COMETE, GALASSIE, NEBULOSE O ESEGUITO PAZIENTI MISURE EPPURE SONO QUASI DIMENTICATE. IL CASO DELLE PULSAR E DI JOCELYN BELL

 

Otto marzo, festa della donna. L’astronomia, forse più di altre scienze, ha le sue eroine. Ma quasi sconosciute. «Quando sono sola nell'oscurità e l'universo rivela ancora un altro segreto, dico i nomi delle mie lontane, perdute sorelle, dimenticate nei libri che registrano la nostra scienza - Aganice, Ipazia, Ildegarda di Bingen, Catherina Hevelius, Maria Agnesi - come se le stelle stesse potessero ricordarle. Sapevi che Ildegarda di Bingen propose un universo eliocentrico trecento anni prima che lo facesse Copernico? Che scrisse della gravitazione universale cinquecento anni prima di Newton? Ma chi l'avrebbe ascoltata? Era solo una monaca, una donna. Che era sarebbe la nostra, se quella era oscura? Così il mio nome, anch'esso, sarà dimenticato, ma io non sono accusata di essere una strega, come Aganice, e i cristiani non minacciano di condurmi alla chiesa, di uccidermi, come fecero ad Ipazia di Alessandria, l'eloquente, giovane donna che ideò gli strumenti atti a misurare accuratamente la posizione e il movimento dei corpi celesti». Chi scrive è Carolina Herschel, sorella di William che nei ritagli di tempo, scoprì 8 comete, 3 galassie ed una decina di ammassi, e compilò un catalogo di 2500 nebulose, senza ovviamente tralasciare i lavori domestici. Nel 1835 Carolina e l'astronoma Mary Sommerville furono elette membri onorari della Royal Society, diventando così le prime donne a ricevere questo prestigioso titolo. Ma la "collega" più remota citata da Carolina è la principessa Aganice, egiziana vissuta intorno al 1900 a.C., spesso confusa con Aglaonike, sacerdotessa greca del 200 a.C. che suscitava timore perché era in grado di prevedere le eclissi di Sole e di Luna. Bella e coltissima era Ipazia, nata ad Alessandria d'Egitto in un'epoca in cui le donne non erano considerate persone: ma il padre Teone, rettore della Biblioteca di Alessandria, la istruisce per farne "un perfetto essere umano". Gli succederà all'età di 31 anni, ma essendo pagana e convinta sostenitrice della distinzione fra religione e conoscenza, verrà trucidata durante un agguato tesole da un gruppo di fanatici cristiani, probabilmente su ordine del vescovo Cirillo, divenuto patriarca di Alessandria nel 412. Di lei scrissero che "apprese dal padre le scienze matematiche, ma divenne molto migliore del maestro soprattutto nell'arte dell'osservazione degli astri" e che scoprì qualcosa di nuovo riguardo al moto degli astri, esponendolo nell'opera "Canone astronomico", di cui ad oggi, purtroppo, non rimane che il titolo. Figlia di aristocratici, Ildegarda visse intorno il 1130 in convento dove ebbe l'opportunità di studiare; scriverà trattati di cosmologia influenzati dalla tradizione pitagorica, inclusi nel “Liber Scivias” e nel “Liber divinorum operum simplicis hominis” dove una Terra sferica è circondata da involucri concentrici che trasportano i corpi celesti. Nel XVII secolo Elisabetha Catherina Koopman sposa il ricco birraio Hevelius; edificarono il loro osservatorio con l'intento di migliorare le tabelle delle orbite planetarie di Keplero e di compilare un catalogo stellare, ma purtroppo un incendio distrusse tutto. Elisabetha dopo la morte del marito proseguì da sola pubblicando i risultati delle sue osservazioni, ma solo due opere ci sono giunte con la sua firma: «Firmamentum sobieskanum» e «Prodromus astronomiae», il più vasto catalogo astrale compilato senza l'ausilio del telescopio, con la posizione esatta di quasi 2000 stelle. L'ultima collega citata è Maria Gaetana Agnesi, vissuta nel XVIII secolo che pubblicherà un trattato sulla gravitazione universale e sulla meccanica celeste, ma ve ne sarebbero tante altre come la babilonese En Heduanna vissuta quasi 4500 anni fa, come Sophie Brahe sorella del famoso Tycho o, per arrivare ai giorni nostri, Jocelyn Bell, che scoprì le pulsar.



 

Data: 2/3/2005

Autore: Gabriella Bernardi (*)

Fonte: [TSCOPY](*)Inaf, Osservatorio di Torino[/TSCOPY] - La Stampa web

Link: http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/estrattore/tutto_scienze/art4.asp

 
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