PLANETARI VIRTUALI

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COME SIMULARE IL CIELO DEL PASSATO E DEL FUTURO - I MOTI PLANETARI E LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI
 

 

Fino a pochi anni fa osservare il moto degli astri in cielo in maniera più veloce che nella realtà era possibile solo nei Planetari, dove si riproduce il moto e la posizione degli astri passata presente e futura come appare da una qualsiasi località della Terra. Oggi, grazie alla versatilità grafica dei personal computer, esistono vari programmi che simulano, su video, i moti degli astri, come se fossimo in un Planetario.

Questi planetari virtuali, anche se meno spettacolari di quelli reali, sono molto pratici e facili da usare: poiché con pochi colpi di "mouse" si è in grado di simulare il moto della volta celeste con passi di tempo che arrivano a centinaia di anni per ogni frazione di secondo. Scegliendo passi di tempo opportuni si può osservare, ad esempio, l'alternarsi del giorno e della notte, oppure vedere come varia la posizione del Sole nel corso delle stagioni o come variano le posizioni delle stelle e la forma delle costellazioni con il trascorrere dei secoli. Grazie ai planetari virtuali è possibile verificare come si è spostata la Stella Polare dal Polo Nord celeste nel corso dei secoli, per effetto della precessione generale degli equinozi.

Ricordiamo che il fenomeno della precessione degli equinozi consiste in un lento movimento conico dell'asse di rotazione terrestre attorno all'asse dell'eclittica (perpendicolare al piano orbitale della Terra), dovuto all'azione gravitazionale del Sole, della Luna e dei Pianeti sul rigonfiamento equatoriale della Terra. Questo effetto gravitazionale, altera l'orientamento dell'asse di rotazione della Terra, nel senso che nel corso di circa 26000 anni gli fa descrivere approssimativamente un cerchio in cielo di circa 23,5 gradi attorno al polo dell'eclittica, supposto "fisso" rispetto alle stelle.

A causa di tale lento movimento assiale, la Stella Polare, al tempo del faraone Cheope (4500 anni fa), era la debole Thuban della costellazione del Drago, mentre nel 10100 sarà Deneb, seguita poi da Vega verso il 13400. Anche se più brillanti di Thuban e della Polare, queste ultime due stelle saranno meno vicine al Polo dell'attuale Stella Polare. Sempre con questo tipo di planetari è possibile simulare sia le eclissi di Sole sia i transiti di Venere e Mercurio e altri fenomeni astronomici come se li vedessimo effettivamente ad occhio nudo ed in tempo reale.

Purtroppo questi software hanno grossi limiti soprattutto per le posizioni del Sole, della Luna e dei pianeti che, estrapolate per epoche molto lontane dalla nostra, risultano decisamente inaffidabili. La situazione è leggermente migliore nel caso delle stelle le cui posizioni sono accettabili solo per qualche migliaio di anni, in quanto la teoria della precessione formulata da Newcomb nel lontano 1897, e tuttora utilizzata nei software dei planetari, risulta poco attendibile, soprattutto quando si cerca di andare avanti o indietro nel tempo di decine o centinaia di migliaia di anni. In questi casi il moto conico di precessione tende ad aprirsi in forma spiraleggiante assumendo valori angolari assurdi, al punto che la parte Nord dell'asse polare celeste dopo qualche decina di migliaia di anni si ribalta addirittura nell'emisfero Sud invece di restare confinata intorno ai 23°,5 dal polo dell'eclittica, come previsto da recenti studi di meccanica celeste.

Secondo questi studi, la precessione degli equinozi su tempi scala molto lunghi, dovrebbe concretizzarsi in un moto conico dell'asse polare rispetto a quello dell'eclittica secondo un angolo al vertice oscillante al massimo di 1 grado in più o in meno rispetto al valore attuale che è centrato intorno ai 23° e mezzo. In questa maniera l'asse terrestre girerebbe intorno a quello dell’eclittica sempre in circa 26000 anni ma oscillerebbe in ampiezza globalmente solo di 2 gradi in circa 41000 anni. Infine anche la non perfetta conoscenza dei moti propri delle stelle, contribuisce ad aumentare l'incertezza delle loro posizioni per epoche lontane nel passato o nel futuro.

Tutte queste considerazioni vogliono solo mettere in evidenza che i planetari virtuali debbono essere utilizzati con particolare cautela soprattutto in campo archeo-astronomico, come ad esempio nel caso della datazione di monumenti o reperti archeologici dell'antico Egitto o di altre civiltà consimili, perché possono portare a risultati fuorvianti. Sono invece un utile strumento didattico e divulgativo che permette a chiunque di comprendere i moti celesti senza dover affrontare complicati studi di meccanica celeste. Tra i tanti planetari virtuali che si trovano su Internet, uno molto interessante è istruttivo, che si può scaricare gratuitamente sui PC, è quello del sito web http: //cybersky.com

 
   

Data: 8/12/2004

Autore: Renato Pannunzio - Inaf, Osservatorio di Torino

Fonte: La Stampa

Link: http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/estrattore/tutto_scienze/art8.asp

 
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