"Salva la terra...o tutti giù per terra"

"Solo i pesci morti seguono la corrente; quelli vivi nuotano contro." Con questo pungente aforisma si apre un libro divenuto in pochi anni un caso editoriale in Gran Bretagna e in altri paesi anglofoni. E' già considerato un vero e proprio cult.

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James Bruges Ed.nuovimondimedia traduzione di Mauro Gurioli
pagine 256, € 11,2
ISBN 88-89091-07-X

James Bruges

"Stiamo rapidamente raggiungendo molti dei limiti di sopportazione della Terra. Le attuali politiche economiche che danneggiano l'ambiente non possono continuare. I nostri abusi sistematici potrebbero innescare l'improvvisa distruzione di sistemi biologici cruciali che conosciamo solo in parte. Occorre un drastico cambiamento nel nostro modo di gestire la Terra e la vita che ospita, se vogliamo evitare un disagio diffuso per l'umanità e fare in modo che la nostra casa comune su questo pianeta non venga irrimediabilmente mutilata"
Avvertimento degli scienziati del mondo all'umanità
(firmato da oltre 1600 scienziati nel 1992)

 

"Only dead fish float with the current; live fish swim against it"(solo i pesci morti seguono la corrente; quelli vivi nuotano contro). Con questo pungente aforisma si apre un libro che è divenuto in pochi anni un caso editoriale nel Regno Unito e in altri paesi anglofoni, finendo per essere considerato un vero e proprio cult.

"Salva la Terra ...o tutti giù per terra" è un libro unico, dalle prospettive molteplici, difficile da racchiudere in un unico genere letterario. Semplificando, si potrebbe definire come una raccolta di saggi brevi che affronta i più scottanti argomenti d'attualità e le più importanti tematiche ambientali.
Un libro conciso, intellettualmente credibile e ricco di documentazione; sarcastico, eppure terribilmente serio.
Un percorso attraverso i mali del nostro pianeta affrontato obiettivamente, senza nessuna radicalità o spinta ideologica; uno strumento perfetto per chiunque voglia capire e cambiare il mondo in cui vive.
Ideato, elaborato e scritto da James Bruges (noto ambientalista inglese), il testo ha la capacità di appassionare i lettori informandoli con verve e intelligenza, ed è un fervido appello all'azione: idee nuove ed esempi concreti lanciano un messaggio di speranza a tutti coloro che cercano una guida per nuotare controcorrente.

Le fotografie satellitari mostrano la Terra avvolta da un sottile velo d'atmosfera. La presenza di questa pellicola gassosa spiega perché ci sia vita sul nostro pianeta e non su altri. Senza di essa, la Terra sarebbe congelata, piena di voragini e inanimata come Marte.

Ci vollero più di due miliardi di anni perché le cellule viventi trasformassero la miscela tossica dell'atmosfera. L'ossigeno si combinò con gli altri elementi chimici, favorendo la nascita della grande varietà di forme di vita che conosciamo. I gas interagirono con batteri, plancton e piante. Il carbonio fu catturato dalla fotosintesi e si depositò sulla crosta terrestre sotto forma di carbone, petrolio e gas. I complessi sistemi che determinano la biodiversità si svilupparono in parte grazie a sinergie complementari, in parte per equilibrare interessi in conflitto e in parte in seguito alla creazione di barriere tra le specie, con un'interazione tra tutte le forme di vita in modi che non saremo mai in grado di capire fino in fondo. L'umanità ha ereditato un regno magico, un mondo affascinante, bello e sano, a una temperatura ideale per la vita.

Ma stiamo prelevando molte delle sostanze depositate nel suolo, per riversarle poi nuovamente sulla crosta terrestre e nell'atmosfera. Stiamo abbattendo i polmoni del pianeta: le foreste antiche. Stiamo causando estinzioni di massa e riducendo la biodiversità. Stiamo alterando l'equilibrio evolutivo della vita, creando nuovi elementi chimici, gas, batteri, virus, piante e animali che non sono mai stati parte dei processi evolutivi della natura, e li stiamo spargendo sulla superficie della Terra. Stiamo causando un surriscaldamento globale di una portata mai vista dopo la fine del periodo Permiano, quando le emissioni di anidride carbonica dalle bocche dei vulcani avviarono una catena di eventi che annientò quasi tutte le forme di vita. La Terra sta velocemente tornando al caos sterile e tossico a partire dal quale si è evoluta.
Oltre 1.600 scienziati, compresi i quattro quinti di tutti i Premi Nobel per la Scienza, nel 1992, hanno sottoscritto il celebre Avvertimento degli scienziati del mondo all'umanità, in cui erano riportati questi commenti: "Stiamo rapidamente raggiungendo molti dei limiti di sopportazione della Terra. Le attuali politiche economiche che danneggiano l'ambiente non possono continuare. I nostri abusi sistematici potrebbero innescare l'improvvisa distruzione di sistemi biologici cruciali che conosciamo solo in parte. Occorre un drastico cambiamento nel nostro modo di gestire la Terra e la vita che ospita, se vogliamo evitare un disagio diffuso per l'umanità e fare in modo che la nostra casa comune su questo pianeta non venga irrimediabilmente mutilata".
Nel decennio in corso non abbiamo cambiato politica. Un terzo della "ricchezza naturale" del pianeta è già andato perduto. La corsa dei ricchi allo sfruttamento totale potrebbe determinare una sofferenza di dimensioni senza precedenti. Potremmo divenire responsabili del crimine estremo contro l'umanità: lasciare che la struttura portante del pianeta si sfasci mentre godiamo dei benefici temporanei di uno stile di vita insostenibile.

Ma anche la società dell'uomo si sta sfasciando.

Le atrocità dell'11 settembre contro il World Trade Center e il Pentagono (simboli del capitalismo collettivo e della supremazia militare) hanno aggiunto un punto interrogativo all'utopico progetto mozzafiato dell'Occidente di assoggettare tutte le culture del mondo a un unico impero commerciale, in cui le persone sono ovunque definite non in base alla propria cultura, ma come consumatori, clienti e rivali. I servizi essenziali della società vengono estorti ai governi e affidati a imprese il cui unico scopo è il profitto. L'economia globale è instabile e la crescita continua, impossibile su un pianeta che ha dei limiti, è proposta come unico imperativo. La società civile è in conflitto con le istituzioni mondiali che antepongono i diritti del denaro a quelli della società stessa. Le politiche di queste istituzioni hanno fallito: il pianeta è inquinato da nazioni sull'orlo del tracollo o già in ginocchio, gli squilibri sono aumentati fino a un livello vergognoso, e i prezzi delle materie prime, dai quali i poveri dipendono per il loro reddito,sono stati abbassati senza ritegno. Così, metà del mondo oggi vive con meno di due dollari al giorno e in Medio Oriente, in Africa, in Asia, in Centro e Sud America è esplosa la rabbia contro l'Occidente.
La guerra asimmetrica, con armi sofisticatissime da una parte e terrorismo dall'altra, potrebbe portare a una rovina senza precedenti. La nostra civiltà ha preso la strada sbagliata, ma possiamo ancora scegliere un percorso diverso.

Ci sono esempi lampanti di persone che pensano, mettono in pratica e sognano nuove idee per seguire la nuova direzione. La conoscenza non è l'unica risposta: sfruttiamo ciò che conosciamo, ma difendiamo ciò che amiamo.

L'atmosfera oggi è considerata un bene comune: il pagamento di diritti sulle emissioni di carbonio, entro un tetto massimo di sostenibilità, garantirebbe a tutti un reddito minimo e costituirebbe un incentivo a ridurre le emissioni per tutti i popoli e gli Stati. Il sistema monetario potrebbe essere ridefinito per mantenerci entro le capacità di sopportazione della Terra, per favorire la stabilità e incoraggiare gli scambi economici a livello locale, mettendo fine alla speculazione sul cambio di valuta. Tecnologie come il motore a idrogeno e la biomimesi potrebbero ridurre i danni, mentre il commercio potrebbe operare in modo collaborativo. I paesi poveri potrebbero essere incoraggiati e aiutati a coltivare le industrie nascenti, creando ricchezza all'interno dei propri confini e trovando in modo autonomo soluzioni alla povertà diverse dagli aiuti internazionali. Le nostre conoscenze in campo genetico potrebbero rafforzare un'agricoltura in armonia con l'ambiente, sostenere le comunità rurali e dare più certezze ai piccoli agricoltori. La partecipazione a livello locale, i mercati locali e le democrazie locali potrebbero invertire la tendenza all'alienazione che sta minando la società. Potremmo riscoprire la Costituzione degli Stati Uniti e gli ideali dei loro fondatori, che lottarono contro la tirannia diffusa e stabilirono che il governo del popolo, da parte del popolo e per il popolo non sarebbe mai dovuto scomparire dalla Terra.
Ma il cambiamento dev'essere radicale. Questi propositi sono realistici, non utopici. Se la portata delle azioni riparatorie non sarà all'altezza di quella delle crisi che stanno emergendo, andremo incontro alla catastrofe.

 

 
Fonte: http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_8277.html  
   

 

 
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