L’eredità di un sogno extraterrestre.

CI LASCIA GALILEO

di

                             Margherita Campaniolo

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Dopo Pioneer 10 tocca salutare per sempre la "gloriosa" sonda Galileo. A darne l’annuncio i tecnici della NASA.

Questo inizio di 2003, sia per l’astronautica che per la storia delle esplorazioni attraverso sonde spaziali, resterà nella storia e negli annali.

L’immane tragedia dello Shuttle Columbia, con la perdita dei suo sette membri d’equipaggio, oltre che uno shock da un punto di vista umano, ha minato al cuore l’arroganza degli uomini, "novelli esploratori celesti". Improvvisamente e traumaticamente abbiamo riacquistato la consapevolezza di quanto siamo fortemente ancorati a questa vecchia Terra, di quanto poco sappiamo di ciò che è l’universo e di quanto ancora ci sia da fare sulla via della scienza e della tecnologia, una tecnologia che ci porti finalmente "via da qui" non solo col pensiero e l’immaginazione.

La macchina spaziale non si arresterà, non ci sarà il temuto stop, vuoi perché la scienza deve andare comunque avanti (in gioco, nello spazio, c’è ben altro che un semplicistico "sogno galattico", l’astronautica investe e coinvolge, nelle sue possibilità, molte scienze, dalla fisica alla medicina) vuoi perché, meno nobile motivazione, il controllo e la conquista del cielo interessa enormemente l’apparato politico e militare delle superpotenze.

Ma questo novello e nefasto inizio d’anno ci lascia orfani di ben due "fredde macchine spaziali" che, con il loro lavoro, hanno invece saputo scaldare i cuori e le menti di scienziati, astronomi, semplici appassionati del cielo con i dati che sono stati in grado di raccogliere, le straordinarie immagini di cosa il cosmo nasconde e che hanno saputo "portarci" là dove l’uomo, ahimè, non è, e chissà per quanto tempo, non sarà in grado d’andare!

Qualche giorno fa abbiamo dato così il nostro addio, dopo 31 anni di onorato servizio, alla sonda Pioneer, l’oggetto umano più lontano mai giunto e che, a sipario calato e telecamere spente, continuerà il suo silenzioso viaggio tra le stelle ed i nuovi mondi portandosi dietro un pezzo di noi, una targa d’oro ideata e disegnata dagli astronomi Frank Drake e Carl Sagan, targa che ci auguriamo possa rivelare la nostra presenza, chi siamo, come siamo e com’è la Terra, che funga insomma da contatto con altre civiltà, tutte quelle che la Pioneer sarà in grado di avvicinare. Addio Pioneer, ambasciatore inconsapevole della nostra umanità ma addio anche ad un’altra gloria dello spazio, epica macchina, pietra miliare delle esplorazioni gioviane, la sonda Galileo. Se n’è parlato poco in questi giorni, di certo a torto. Galileo, progetto NASA/ESA era stata lanciata nell'ottobre del 1989 proprio da uno Space Shuttle, l’Atlantis, alla volta di Giove e delle sue lune.

I primi problemi erano sorti lo scorso 5 novembre a causa di un guastato al registratore dati al termine di un’orbita attorno ad Amaltea; responsabile di ciò, sicuramente, l’attraversamento di un intenso campo elettromagnetico e le radiazioni che circondano il "sistema Giove". Grazie ai tecnici della NASA le difficoltà erano state superate e Galileo ha potuto continuato ad inviare dati ma fino agli inizi di questo febbraio, quando ha cessato definitivamente di funzionare.

Questa volta è davvero un giudizio tecnico senza appello, dopo 35 orbite attorno e Giove, più di tredici anni di viaggio nello spazio e aver raggiunto traguardi non previsti, superiori a qualunque aspettativa, muore la Galileo.

Con 11 strumenti scientifici a bordo, Galileo è stata preziosa ed insostituibile fin dalle prime fasi della sua missione, prima ancora di raggiungere la meta prefissata: osservazioni inedite all'infrarosso della Luna, osservazioni da grande distanza della Terra in varie lunghezze d'onda, 81 immagini di Venere nel 1990, foto di eccezionale risoluzione degli asteroidi Gaspra nel 1991 e Ida nel 1993, successiva scoperta che Ida è un asteroide doppio, con un piccolo compagno battezzato Dactyl, osservazioni relative alla caduta della cometa Schoemaker-Levy 9 su Giove nel 1994 e tanto, tanto altro.

Le strepitose immagini di Galileo, per risoluzione e qualità, hanno permesso di scoprire nuovi e straordinari fenomeni che neanche le sonde Pioneer 10 e 11 e Voyager 1 e 2 avevano fatto supporre.

E Galileo di sogni continua a regalarcene ancora oggi, è tutto suo il merito di averci fatto supporre la possibilità di trovare, nel nostro sistema solare, qualche forma di vita, con una mole di dati interessanti su Europa, singolare luna di Giove, ultimo vero "regalo" della sonda Galileo.

Questi dati sono di enorme importanza e sono presi in seria considerazione se gli scienziati, onde evitare che la sonda vada a schiantarsi proprio sulla luna Europa contaminando questo possibile gioiello di vita extraterrestre con eventuali microrganismi provenienti dalla Terra, hanno scelto e programmato a tavolino la sua fine negli ultimi istanti di governo della sonda stessa.

Galileo perciò ci lascerà per sempre nel vero senso della parola e l’ultimo comando datole dalla Terra la porterà su una traiettoria che, inevitabilmente, la farà esplodere, causa pressione, sui cieli di Giove.

Ciò si verificherà intorno al mese di settembre 2003; fino ad allora Galileo girerà ancora per un po’ attorno al gigante dei pianeti, nel silenzio di quello spazio "affollato", in quella che è stata per tanti anni la sua casa, una casa in cui un giorno dura poco più di 9 ore e la cui notte riserva uno spettacolo di 16 lune nel cielo. Non lo vedremo mai, Galileo l’ha fatto per noi.

 

 
   

Data: marzo 2003

Autore: Margherita Campaniolo

 

 

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