CONVERSAZIONE

ARISTIDE MALNATI, PAPIROLOGO A FAYUM

Gli scavi dell'eresia nell'Egitto islamico
 

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Scavi archeologici che chiudono, predicazione anti-occidentale da parte dei fondamentalisti, astio nei confronti dei cristiani. L'aria in Egitto si farebbe sempre più torbida, almeno a detta di Aristide Malnati, oltre dieci anni passati a scavare nel Fayum - la zona a più alta densità di integralisti islamici - papirologo italiano che ha ridatato il Vangelo di San Marco e scoperto il primo scritto della filosofia stoica. Uno che mensilmente fa la spola con Strasburgo, dove lavora come ricercatore: «Il governo ha chiuso alcuni scavi particolarmente a rischio, come nel Medio-Egitto e nello Wadi Hammamat, ossia lungo il confine con il Sudan da dove potrebbero infilarsi i terroristi islamici».
Pacato, dedito ai suoi libri e all'insegnamento, da circa un anno Malnati ha deciso di frenare i suoi continui viaggi al Cairo, lui che pur di scoprire tesori del passato, non disdegnava di attraversare il deserto sui pullman sgangherati che per seicento chilometri lo trasportavano fino a Luxor. «Ogni cento chilometri - sorride - saliva la polizia a chiedere se l'occidentale fosse ancora vivo.» Poi si fa serio e la serietà diventa preoccupazione. «La politica moderata di Mubarak continua a cercare il dialogo con l'Occidente e Israele, e tenta di stroncare sul nascere qualsiasi eccesso, ma quello che sta cambiando è l'atteggiamento della gente. I lavoratori stranieri non sono visti di buon occhio da alcuni esaltati, che però sono sempre di più, noi archeologi perché riportiamo alla luce una cultura preislamica e quindi eretica, ma non solo noi. Mi risulta che dal primo gennaio sarà proibito alle danzatrici straniere di fare la danza del ventre e qualcuno vorrebbe proprio sopprimerla perché la considera troppo lasciva. Il momento è drammatico e si vede da molte cose gravi». Ossia? «Nei quartieri del Cairo come Shobra e gli Zibellin i cristiani copti sono osteggiati un po' ovunque, pure con attacchi all'arma bianca da parte degli integralisti. E una notizia dell'agenzia Asian Press mi ha particolarmente colpito: secondo l'associazione dei cristiani d'Egitto emigrati in America infatti, dal 20 ottobre ventidue persone convertitesi dall'islamismo al cristianesimo sarebbero state arrestate per apostasia. Senza contare ciò che racconta il settimanale della capitale Ahram Hébdo, il quale riferisce che Al Qaeda starebbe facendo proseliti tra i disperati delle periferie degradate della città. Un quadro non idilliaco per muoversi». Ma non ci sarebbero solo loro. «I colleghi archeologi, alcuni dei quali all'opera per l'Unesco, mi segnalano che dall'Università di Assiut i Fratelli Musulmani, l'ala fondamentalista non violenta, stanno per partire con una forte campagna di predicazione nelle scuole e nelle moschee contro Israele e gli invasori occidentali dell'Iraq, quindi anche contro l'Italia. Niente a che vedere con la forza naturalmente, ma il terreno si fa infuocato. Anche perché sembra che verrà presentato un esposto dettagliato e documentato a Zahi Hawass, il grande capo del servizio antichità egiziane, su come gli operai nelle missioni archeologiche vengano ridotti quasi in schiavitù, frustati e pagati tre euro al giorno per scavare a piedi nudi con quaranta gradi all'ombra». Le risulta che sia vero? «Non solo ho vissuto in prima persona questa situazione neocolonialista, ma ho anche denunciato con alcuni articoli e fotografie quanto accade spesso. Procurandomi diverse inimicizie».

 
   

Data: dicembre 2003

Autore:

Fonte: Il Riformista

 

 

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