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  Aperta ieri a Venezia la Conferenza Internazionale sul Futuro della Scienza, incentrata sull’evoluzione. Gli studiosi fiduciosi...  
  «Entro 20 anni troveremo la vita fuori dalla terra»  
  È presente il fisico italiano che ha fotografato l’universo dopo il Big Bang. E tiene banco la polemica fra scienziati e Chiesa  
 

Venezia - La Conferenza internazionale sulla Scienza in corso alla Fondazione Cini, si dipana fra le relazioni ufficiali nelle sale, incentrate ieri sull'evoluzione dell'universo, e oggi sull'evoluzione della vita, e il confronto, un po' a distanza e un po' nei corridoi, sui risvolti politico-religiosi del dibattito. Del secondo tema diamo conto a parte, registrando tra l'altro la voce di Luca Volontè, capogruppo dell'Udc, che riprende le critiche preventive di "Avvenire": critiche a cui Umberto Veronesi, presidente della Conferenza, preferisce non rispondere. Anche perchè c'è il rischio che le schermaglie facciano passare in second'ordine il vero obbiettivo dell'iniziativa: promuovere la scienza, e fare il punto sullo stato della ricerca. Su questo versante ieri le relazioni si sono concentrate soprattutto sul Big Bang, l'espansione dell'universo, l'esplorazione dello spazio e la ricerca di forme di vita extraterrestre.

«Tempo 20 anni, e dovremmo farcela - ha detto Giovanni Bignami, Direttore del Centro di studi spaziali di Tolosa, appena insignito della Legion d'onore dal Governo francese - In una decina d'anni abbiamo infatti scoperto quasi 200 pianeti paragonabili al nostro, e a questo ritmo, grazie allo sviluppo dei satelliti e delle piattaforme spaziali, presto ne avremo catalogati migliaia. Fra di essi, ragionevolmente, ce ne saranno alcuni adatti allo sviluppo della vita». Certo bisogna intendersi per vita: batteri, forse, o micro-organismi, comunque il segno che non siamo soli nell'universo.

Nell'attesa di questi sviluppi futuri, gli astrofisici guardano al passato, indietro di 14 miliardi di anni, fino al momento in cui si manifestano le conseguenze del Big Bang, con l'avvio di quell'espansione dell'universo che sembra destinata a non interrompersi, ma anzi ad accelerare, fino al collasso termico finale, che ormai gran parte degli studiosi considerano l'ipotesi prevalente, anche se nell'arco di altri 100 miliardi di anni. Di questi primi attimi di vita dell'universo abbiamo anche una fotografia, scattata col pallone aerospaziale Boomerang dall'italiano Paolo de Bernardis, della Sapienza di Roma. Come ha fatto? «Inseguendo la materia fino ai bordi estremi dell'universo - risponde lo studioso, appena insignito del Premio Balzan per le sue ricerche - dove lo spazio si espande ad una velocità che potremmo paragonare a mille volte quella della luce, grazie ad uno speciale telescopio in grado di captare le piccolissime quantità di microonde emesse da questi corpi. Oltre questo, al momento, non si può andare».

 
 
  Data Venerdì, 22 Settembre 2006  
  Autore Sergio Frigo  
  Fonte Il Gazzettino  
  Link http://gazzettino.quinordest.it  
     
 

 

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