Fossili? No, sassolini

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L'origine delle primissime forme viventi si fa risalire a non meno di 3 miliardi e mezzo di anni fa, grazie a piccolissimi fossili trovati in Australia, nella regione di Warrawoona. Le loro strutture, non particolarmente complesse, sono però molto diverse da altre forme geologiche, ed è per questo che i paleontologi li hanno fatti risalire ad esseri viventi. Un esperimento condotto, con mezzi relativamente semplici, da studiosi spagnoli e australiani ha però messo fortemente in dubbio queste ipotesi.
Mescolando, a temperatura non lontana da quella ambiente, silicio, carbonati e bario in un ambiente basico (simile a quello che si pensa ci fosse qualche miliardo di anni fa) J. M. García-Ruiz dell'università di Granata, e i suoi colleghi, hanno ottenuto forme allungate e complesse, molto simili a quelle che un qualunque paleontologo avrebbe descritto come microfossili. Le forme inorganiche, costituite da cristalli di carbonato di bario avvolte dal silicio, sono state poi immerse in un “brodo” di composti chimici (come formaldeide e fenoli) e ne sono usciti avvolti da una copertura di materia organica, esattamente come i fossili di Warrawoona.


Fossili da ripensare? Questo non si unifica però, dicono gli stessi autori del lavoro, che i fossili di Warrawoona siano del tutto falsi, ma soltanto che i paleontologi dovranno d'ora in poi stare molto attenti a quello che scoprono, e controllare prima di tutto che le strutture che hanno trovato non abbiano un'origine geologico, senza scomodare organismi viventi. E questo si applica anche, scrive Richard Kerr sulla rivista americana Science (che ha pubblicato il lavoro degli spagnoli) per i cosiddetti organismi viventi che sarebbero stati scoperti su un asteroide precipitato sulla Terra da Marte.

 
   

Data: novembre 2003

Fonte: Focus

 

 

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