Smog, cosi' il Cnr fara' check up completo a cupola Brunelleschi

 

Home

 Conto alla rovescia per il check up completo del Cnr alla cupola del Brunelleschi a Firenze. Lavoro di grande valore architettonico e artistico, la cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore costruita da Filippo Brunelleschi, una delle opere piu' importanti e significative del Rinascimento, e' ora oggetto di continue attenzioni da parte dell'Istituto di chimica inorganica e delle superfici (Icis) del Cnr di Padova che ha messo a disposizione tutte le sue competenze e la sua avanzata strumentazione diagnostica: il monumento infatti e' aggredito dagli agenti atmosferici e da altri tipi di inquinanti, che stanno deteriorandone pesantemente alcune parti. ''L'area a cui stiamo lavorando su incarico dell'Opera del Duomo e in collaborazione con i suoi restauratori e la Soprintendenza, -spiega Umberto Casellato dell'Icis-Cnr- e' quella superiore. Piu' precisamente, la pergamena, ossia il cono di marmo che si alza dalla lanterna ottagonale che sovrasta la cupola e la sfera di rame rivestita d'oro, opera del Verrocchio, che poggia sulla pergamena e la croce dorata''.

''Da una prima diagnosi, gia' comunque molto dettagliata -prosegue Casellato- abbiamo rilevato oltre ai prodotti di corrosione del rame, percolati su varie parti della pergamena, anche danni generati dai fulmini, che hanno rovinato le foglie d'oro che rivestono la sfera''. ''C'e' poi -aggiunge- presenza di cloruri, in particolare ossicloruri, inquinanti molto aggressivi, portati forse dal vento come spray marino, che stanno corrodendo progressivamente e profondamente la parte''. E per raggiungere questi risultati, che richiedono, comunque ulteriori esami, i chimici dell'Icis-Cnr hanno fatto uso di un'attrezzatura all'avanguardia. Innanzitutto, sono ricorsi alla microscopia ottica con luce bianca e UV, che consente di ingrandire i particolari fino a 6-700 volte e di avere una visione a colori, delle sezioni lucide ottenute dai campioni prelevati e, grazie alla fluorescenza UV, di evidenziare certi prodotti organici originali o derivati da recenti restauri. Ma non e' tutto.

Con il diffrattometro a raggi X e' stato invece possibile analizzare le polveri di corrosione presenti, determinando con precisione il tipo di sostanza e anche l'eventuale miscela di piu' sostanze. ''Con il microscopio elettronico a scansione con microanalisi -aggiunge Casellato- abbiamo poi potuto effettuare un'indagine chimica del rivestimento dorato, per osservare in maniera dettagliata la distribuzione degli inquinanti sulla superficie e in profondita'''. Lo spettroscopio infrarosso collegato a un microscopio, ha permesso di rilevare le sostanze organiche presenti, di confrontarle tra loro e con i dati archiviati in banche dati molto complete. Per un'analisi sofisticata degli elementi chimici presenti nei metalli si e' invece ricorsi all'Icp ottico, uno strumento in grado di fornire un'indicazione dettagliata degli elementi costituenti le leghe.

''Preziosi sono stati anche -conclude Casellato- l'esame termogravimetrico, che ha consentito di individuare varie sostanze inquinanti dal tipo di decomposizione termica rilevata nei singoli componenti, e l'impegno del Servizio di analisi chimica applicata dell'Idpa di Padova, che con analisi gascromatografiche ha permesso di esaminare le sostanze organiche presenti nel rivestimento dorato della sfera''. Il lavoro di indagine, iniziato circa due mesi fa, si concludera' entro la fine del 2004. Solo allora sara' possibile avere una diagnosi definitiva e decidere, in collaborazione con i restauratori e la Soprintendenza, gli interventi da compiere per riportare quest'opera architettonica al suo originario splendore. Il piu' vicino possibile a quello progettato dal Brunelleschi.

 

 
Roma, 1 nov. - (Adnkronos) -  2004  
Info: www.cnr.it