Le cento Anne Frank

Diario di una lettrice

di Margherita Campaniolo

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Non vi fu una sola Anne Frank

Sono un'insegnante, lo sapete, e trovare tutte le strategie possibili affinché i miei alunni apprezzino ed amino la lettura ed il mondo del libro è, fin dall'inizio della mia carriera, uno degli scopi che mi sono prefissa; sono anche la responsabile di un sito web, Space Freedom, e molto spesso, in questo ruolo, mi sono trovata (e mi troverò ancora) a segnalare dei libri ai miei lettori.

Insegnante, responsabile web ma Margherita è anche, e soprattutto, una semplice lettrice. E' in questa veste, e solo in questa, che voglio parlarvi di un libro recentemente uscito per la Cairo Editore "Le 100 Anne Frank - I diari mai scritti" di Roberto Malini.

Anne Frank, chi di voi non conosce questo nome, chi di voi almeno una volta nella vita, per scelta o perchè a scuola "si fa", non si è trovato a misurarsi con almeno una delle pagine del suo diario? Chi, di fronte alla sua immagine dai grandi occhi, tanto dolci quanto interrogativi, non ha provato un moto di umana compassione? Anne, giustamente ed inevitabilmente, è divenuta l'emblema di uno degli orrori umani più incomprensibili e tragici della storia recente. Anche il nostro libro prende avvio dalla figura di Anne, una Anne che porterà Roberto Malini a "scoprire", quasi casualmente, la realtà storica di 10 Anne, poi 50, poi oltre 100.

Di questa opera hanno scritto in molti e con giudizi più che positivi, a partire da Gad Lerner che ha firmato la prefazioni al libro, o da Nedo Fiano, protagonista sopravvissuto alla deportazione nazista; sono usciti articoli sulle maggiori testate giornalistiche italiane e la televisione vi ha dedicato spazio; ciò che avrei potuto aggiungere a quanto già detto, nel descrivere i contenuti e le valenze di questo scritto, sarebbe apparsa una mera, quanto modesta ripetizione.

C'è qualcosa che forse ancora non è stato fatto e detto su Le 100 Anne Frank? Forse il ripercorrere e l'analizzare quanto è potuto "scorrere" tra pensieri di chi "Le 100 Anne Frank - I diari mai scritti" ha tenuto in mano, letto un po', poi, quasi con diffidenza chiuso e per qualche giorno "congelato" su un  comodino, ancora ripreso, continuato a leggere, spesso rileggere, alfine terminato, richiuso ma... non riposto... il tutto in una miriade di sensazioni sempre differenti, di pensieri, di riflessioni, le mie, della Margherita semplice lettrice.

L'autore, persona a me cara e con cui ho diviso diverse esperienze, amico di cui conosco, come ciascuno di noi dei propri amici, pregi e difetti che ce li rendono così speciali, non si dispiacerà affatto se dico con fermezza che tutto ciò che scriverò non è un omaggio a lui rivolto. No, il motivo è assolutamente un altro e come in questo stesso istante mi chiedo, una volta di più, se i pensieri sorti da questa lettura saranno alfine utili a qualcuno, o condivisibili o se invece sarebbe opportuno "tacerli" so anche che questo libro merita la parte più intima di noi stessi, quella che magari teniamo così spesso celata a vantaggio dei nostri ruoli, rassicuranti maschere, figure specchio, solo riflessi del nostro essere; merita si mettano a nudo le nostre contraddizioni, le paure, le false consolazioni.. Non lo farò a cuor leggero.

Diario di una lettrice

Le 100 Anne Frank: è un libro bianco, dalla candida copertina quello che arriva a casa mia; vi campeggia l'immagine monocromatica di un bidone di Cyklon B, quell'acido cianitrico che fu ritenuto l'ideale mezzo per sopprimere gli ebrei nelle camere a gas; il titolo, tutto in maiuscolo (come un urlo nel linguaggio dei navigatori del web), l'unica nota di colore; un grido di lettere rosso sangue, un grido silente, rotto in gola, asfissiato... questo è ciò che immediatamente mi evoca.

Non posso fare a meno di apprezzare la scelta grafica e apro il libro.

Salto le note biografiche sull'autore per ovvi motivi, indugio con un sorriso sulla seconda di copertina e passo oltre; arrivo ad una citazione di Primo Levi:

"Una singola Anne Frank desta più commozione

delle miriadi che soffrirono come lei, ma la cui

immagine è rimasta in ombra. Forse è necessario

che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le

sofferenze di tutti, non potremmo vivere".

Qui mi soffermo, sono parole che sento e che condivido; continuo... Un pensiero di Fiano, la prefazione di Lerner, la nota introduttiva di Andrea Jarach1 e poi quella  dell'autore. Leggo con scorrevolezza e attenzione ma so che desidero arrivare alle Anne. Ventisette pagine ed eccomi: Olanda e la prima Anne, Anne Frank di Haarlem, mentalmente, istintivamente calcolo la sua età al momento della morte, 74 anni; leggo la sua scheda come le dettagliate informazioni sulla comunità ebraica di Haarlem e la sua sorte; poi Anna Frank di... (sconosciuto), 4 anni; Hanna Frank di... (sconosciuto), morta ad Auschwitz a 10 anni; una dietro l'altra scorrono le prime Anne, Hanna, Anna, Annaatje Frank; la bambina, la giovane donna appena fatta, quella in fasce, la madre di piccoli bambini, la donna anziana; si susseguono le città, i campi di transito, i ghetti, i convogli, i campi di deportazione. Tutto differente tranne quel nome, Anne, e la sorte, terribile e muta. Accade a questo punto qualcosa che non capisco, chiudo il libro... non riesco ad andare oltre, non mi capisco. Perchè? Eppure non riesco a riprenderlo in mano, sta lì, sul comodino, ho persino la sensazione di "avercela con lui" e poi, pian piano, comprendo. "Dov'è Anne?".

Già. Dov'è Anne? Inconsciamente è Anne che io ho cercato e continuato a cercare in ogni storia, in ciascuna di quelle Anne; Anne e la sua dolcezza, l'Anne comunque ottimista, l'Anne che spera nonostante tutto, l'Anne che perdona, che sorride, che comprende perchè sono io a voler potere sorridere, io che cerco il perdono e l'ottimismo. Anne Frank è stato il più tragico alibi dietro alla quale, pian piano, negli anni, ho dimenticato, voluto rimuovere il grido silenzioso di 10, 50, 100 Anne, 6.000.000 di vite che non ci sorrideranno mai, che non ci diranno parole di conforto e di ottimismo. Solo a questo punto riesco a riprendere il libro e ricominciare a leggere a partire dalla citazione di Primo Levi che sento, adesso, di non potere più condividere, non più. Conoscere a commuoversi per la figura di Anne Frank per infine lasciare morire Anne... e dare voce alla miriade che soffrì come lei. Solo così ha un senso essersi commossi per lei, dimenticare Anne per non dimenticare, per non mettere a tacere chi non ebbe voce e per non mettere a tacere le nostre coscienze in una rimozione che diviene ahimé, collettiva .

Quando alfine arrivo alla scheda della vera Anne Frank, Annelies Marie Frank detta Anne di Francoforte sul Meno, la nostra Anne, credo che l'omaggio più grande che io abbia potuto farle è stato quello di leggerla esattamente allo stesso modo di tutte le altre, con gli stessi pensieri e sentimenti; è la vittima n. 35 di questo straziante elenco; qualcosa mi dice che Anne non avrebbe voluto accadesse diversamente. Mi accorgo che non sto più nemmeno a calcolare l'età di ciascuna di quelle donne, né ha più importanza che siano donne, il loro nome, il paese di provenienza o l'ubicazione della destinazione finale. 

Non vi fu una sola Anne Frank e non vi fu un solo assassino

E come non vi fu una sola Anne Frank non vi fu un solo carnefice, così è analizzato è ben raccontato da Roberto Malini attraverso il filo conduttore delle tante Anne e non vi fu un solo periodo di razzismo imperante e non terminò con la liberazione o la chiusura dei campi di sterminio; come non leggere inoltre, tra le righe di questo libro arie, atmosfere, campanelli d'allarme che al tempo non consentirono si evitasse di cadere nella mostruosità dell'abisso, oggi ripetersi, essere nell'aria, folate di atmosfera "asfissiante" che a tratti respiriamo nella società del nostro tempo?

"Le 100 Anne Frank - I diari mai scritti" di Roberto Malini è un libro che va letto con coraggio, spogliandosi dalle certezze, scegliendo di non cedere al richiamo di ciò che ci rassicura. Questo libro, per certi versi intollerabile nella sua asettica verità, non andrebbe mai realmente riposto. Io non lo farò.

 

 

Note

1 Presidente dell'Associazione Yad Vashem Italia

 
   

Data: 09 aprile 2006

Autore: Margherita Campaniolo

Fonte: Space Freedom

 

 

 

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