Nuove scoperte della missione Mars Odissey

Geyser «sotterranei» su Marte

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Ogni anno, il ghiaccio che ricopre l'emisfero sud si apre sotto la pressione dei geyser che disperdono nell'atmosfera gas e polveri

 

STATI UNITI – Dall'università dell'Arizona, giungono curiose notizie sul Pianeta rosso. Le osservazioni di un gruppo di ricercatori statunitensi hanno svelato un nuovo segreto della superficie marziana, dando il via a una nuova serie di ipotesi. Grazie a un sistema di rilevazione termico, chiamato Themis, sono stati registrati dei geyser nel ghiaccio superficiale; lo studio si inserisce all'interno della missione Mars Odissey iniziata nel 2001, e finalmente offre alla comunità scientifica elementi dettagliati su un fenomeno che si ripete ogni anno.

INVERNO – L'atmosfera di Marte è composta dal 95 percento di anidride carbonica e durante la stagione invernale, il gas ghiaccia sulla superficie ricoprendola di uno strato spesso un metro. Il ghiaccio secco, dall'aspetto lucido e trasparente come una lastra di vetro, si deposita soprattutto nei crateri, rendendo più omogenea la parte meridionale del pianeta.

I RAGNI MARZIANI – Quando il Sole si affaccia sulla superficie polare di Marte, il fondo dei crateri viene illuminato dai raggi del Sole che attraversano il ghiaccio e, per questo, il fondo inizia a riscaldarsi causando la sublimazione dell'anidride carbonica cha passa dallo stato solido a quello gassoso. Chiuso tra la crosta marziana e il ghiaccio superficiale, il gas aumenta la pressione fino al punto di liberare l'energia sotto forma di geyser, provocando importanti vibrazioni nel terreno e fratture. Le polveri, intrappolate sul fondo del cratere, trovano come via di uscita il getto gassoso e vengono disperse nell'atmosfera a gran velocità, per poi ricadere sulla superficie marziana disegnando forme frastagliate simili ai ragni.

LA POLEMICA Lo studio americano è stato recentemente pubblicato su Nature; sulla stessa rivista ha trovato spazio anche una ricerca francese dell'Istituto di Astrofisica Spaziale di Orsay che critica alcuni dettagli della scoperta in quanto, nelle zone presso i «ragni», il livello dell'anidride carbonica sarebbe molto basso. Le premesse per un dibattito scientifico sono state poste, ma le oltre duecento immagini che Themis ha rilevato, stuzzicano la curiosità nei confronti di questo pianeta e ne aumentano il fascino.

 
   

Data: 21 agosto 2006

Autore: Marina Rossi

Fonte: Il Corriere

Link: http://www.corriere.it

 
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