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Prima fotografia europea di Marte

 

Quella del Valles Marineris, mostra circa un terzo del gigantesco canyon, lungo 6.000 chilometri e largo 65

 

Una veduta spettacolare del Gran Canyon di Marte, il Valles Marineris: è la prima immagine di
Marte arrivate a Terra dalla sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) Mars Express.

Quella del Valler Marineris è la prima di una serie di immagini a colori giunte finora a Terra (disponibili nel sito dell'ESA).
Sono state catturate lo scorso 14 gennaio direttamente in 3D dalla HRSC (High Resolution Stereo Camera) dall'altezza di 275 chilometri dalla superficie del pianeta rosso.
"Sebbene i sette strumenti a bordo del Mars Express siano ancora in fase di calibrazione, hanno già cominciato a raccogliere risultati sorprendenti", rileva l'ESA in una nota.

La prima fotografia europea di Marte, quella del Valles Marineris, mostra circa un terzo del gigantesco canyon, lungo 6.000 chilometri e largo 65.
È la prima immagine che mostra una porzione così vasta del suolo marziano in alta risoluzione (12 metri per pixel), a colori e tridimensionale.
L'area complessiva mostrata dalla prima immagine rilevata dal Mars Express è di circa 120.000
chilometri quadrati
.

La parte inferiore dell'immagine è stata elaborata al computer sulla base della foto originale in modo da mostrare una prospettiva molto particolare, che ricorda una veduta aerea ripresa a bassa quota.
 


La foto mostra un paesaggio nel quale il rosso-mattone è il colore dominante e nel quale è molto evidente l'azione di erosione esercitata in passato dall'acqua sulle rocce. Un'erosione che potrebbe avere rimosso enormi quantità di roccia creando avvallamenti, piccole catene montuose, creste di roccia.

 

 

Primi dati dagli strumenti italiani della Mars Express


Mentre il veicolo robotico della sonda americana inizia a muoversi sul Pianeta Rosso e si attende un secondo veicolo degli Usa, la missione europea inizia a trasmettere verso Terra

 

Dalla sonda Mars Express arrivano i primi dati sull'atmosfera di Marte. Dei sette strumenti a bordo della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea, uno dei primi ad entrare in azione è stato lo spettrometro italiano PFS (Planetary Fourier Spectrometer), che potrebbe aiutare a ricostruire il ciclo dell'acqua sul pianeta.

Se si sono perdute le tracce di Beagle 2, il veicolo che avrebbe dovuto posarsi sulla superficie di Marte nella mattina di Natale, gli altri strumenti della missione hanno concluso la fase di calibrazione e inviano le prime informazioni. 'Tutte le apparecchiature stanno funzionando e sono arrivati i primi dati dagli strumenti italiani', ha detto il responsabile per l'esplorazione del Sistema solare dell'Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Flamini.

Nel centro di controllo dell'ESA in Germania, a Darmstadt, sono giunti i dati relativi ai primi 36 minuti di attività dello spettrometro PFS, progettato dal gruppo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Roma, coordinato da Vittorio Formisano.

Lo spettrometro PFS ha lavorato insieme allo strumento tedesco che fornirà le immagini tridimensionali della superficie di Marte, la HRSC (High Resolution Stereo Camera). I due strumenti, ha osservato l'esperto, hanno permesso di osservare variazioni nella composizione del suolo. Sono giunti a Terra anche i primi dati rilevati da un altro spettrometro, il francese OMEGA-VNIR (Visual Near Infrared), progettato per fornire una mappa della composizione del suolo di Marte e al quale hanno contribuito i ricercatori italiani dell'INAF di Roma coordinati da Giancarlo Bellucci. Si accenderà invece in aprile l'altro strumento tutto italiano a bordo del Mars Express, il radar MARSIS, che fornirà la prima mappa dell'acqua nel sottosuolo del pianeta.

Anidride carbonica, ossido di carbonio e vapore acqueo sono i gas sui quali lo spettrometro PFS ha già acquisito dati: sono i primi di una lunga serie che permetteranno di comprendere perché nella rarefatta atmosfera di Marte avvengono fenomeni singolari, come fortissimi sbalzi tra la temperatura al suolo e quella a meno di due metri d'altezza. Ma tra i dati più attesi dal PFS, ci sono quelli sul vapore acqueo. 'Che nell'atmosfera di Marte ci fosse vapor d'acqua era noto', ha detto Formisano, ma grazie ai nuovi dati che potrà fornire il PFS 'saremo in grado di studiare il ciclo dell'acqua sul pianeta'.

Le prime a vedere le nubi di Marte erano state, oltre 20 anni fa, le sonde Viking. Ora si potrà capire perché, anche se su Marte non piove, il contenuto d'acqua delle nubi si deposita al suolo e sulle calotte polari per evaporare di nuovo al sorgere del Sole.

Un programma scientifico ambizioso, per realizzare il quale la sonda europea ha una serie di appuntamenti importanti nei prossimi giorni: Mars Express sorvolerà infatti il rover statunitense Spirit. 'I due strumenti - ha detto Formisano - lavoreranno insieme e rileveranno dati relativi all'atmosfera'. Il Mars Express sorvolerà anche le calotte polari di Marte, acquisendo nuovi dati su vapore acqueo e composizione dell'atmosfera. Inoltre sorvolerà Hellas, l'enorme cratere che si trova nell'emisfero sud del pianeta, permettendo al PFS di misurare la pressione al suolo e di rilevare ulteriori dati che permettano di comprendere se in quel grande bacino possa trovarsi acqua allo stato liquido.

20 gennaio 2004

Newton

 
   
   

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