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Marte: mai più quello di prima!

E l'uomo agì sul pianeta

Perforato il sasso Adirondack

 

Di  M. Campaniolo

 

 

immagine NASA/JPL/Cornell

 

08/02/2004 - Da quando l’avventura marziana è iniziata sono molti quelli che hanno avvertito la portata di ciò che noi, uomini del 2004, stiamo vivendo.  Pur non essendo la prima volta che sonde terrestri giungono fino al “pianeta rosso”, pur non essendo la prima volta che immagini incredibili ci provengono da quelle misteriose lande, è senza dubbio “nuovo” il modo con cui tutto ciò sta avvenendo, frutto di una tecnologia che ci sta permettendo di ottenere molto di più dei passati “su Marte potrebbe esserci”, “probabilmente si tratta di…”.

Oggi noi viviamo un momento d’”oro” per l’astronautica e l’astronomia: guardiamo, analizziamo, scopriamo di Marte quanto e come prima non era possibile fare.

Ciò ha già dell’incredibile ma non è tutto: i successi delle missioni Nasa, con i rover Spirit ed Opportunity, è come se ci portassero realmente sul pianeta. Da 55 milioni di km di distanza, all’interno dei laboratori di Pasadena, tecnici ed esperti pianificano e guidano, passo dopo passo, i due robot  terrestri che, in nome della scienza e per "conto nostro", stanno agendo su Marte. Nell’ambito di questa esplorazione l’ultima missione teleguidata di Spirit ha portato perciò “noi” a perforare un sasso marziano chiamato Adirondack. Sembra poca cosa? Eppure questo evento ha  assolutamente dell’incredibile: per la prima volta la mano umana agisce su Marte e ne modifica il paesaggio.

Invasori; in un certo senso è quello che siamo, invasori del pianeta Marte; ciò che per secoli ci ha fatto sognare, quel punto nel cielo dai bagliori rossi, quel luogo che ha ispirato la fantasia umana da patria del dio della guerra Ares fino al regno degli Uomini Verdi di Edgard Rice Burroughs, svela se stesso, inerme di fronte al terrestre che a lui, adesso, “scava” il cuore…..

Quel foro circolare dell’immagine in alto altro non è che il risultato dell’operato di uno speciale trapano di cui Spirit è dotato, un attrezzo abrasivo che ha creato un foro del diametro di 4,55 cm e profondo 2,65 mm. Ciò permetterà al microscopio del rover di “guardare” com’è composto l’interno della roccia.

Le roccie sono capsule del tempo che contengono la prova delle condizioni ambientali del passato” ha detto recentemente, poco prima che questo iniziasse ad avere problemi tecnici, il Dott. Dave Des Marais, un membro della squadra scientifica che veglia su Spirit.

La parola Adirondack ,scelta per il sasso, è in lingua indiana e significa "delle rocce grandi." Ad una prima analisi visiva, la roccia sembrerebbe di natura vulcanica poiché ha una forte componente di olivina. Le Olivine sono tipiche rocce magmatiche ultrafemiche, fanno parte dei silicati ed è il componente che maggiormente è stato trovato nelle rocce lunari. L’analisi che seguirà la perforazione di  Adirondack ci dirà di più.

 

 

 
 
   

Data:8 feb. 04

Autore: Margherita Campaniolo

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