29/11/2004

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Il più anziano dei robot nasa su Marte è pieno d’acciacchi

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Storia di Spirit "Gambadilegno"

Margherita Campaniolo

 

Arrivato sul suolo marziano dopo aver percorso quasi 500 milioni di chilometri nell’ormai emblematica giornata del 3 gennaio 2003, ore 8:14 pm in California (le 5:35 dell'alba di domenica, 4 gennaio, in Italia), giunto con successo sul pianeta Marte dopo un viaggio di sette mesi nello spazio e l'ultimo, interminabile, "volo d'angelo" di sei lunghissimi minuti per poi, protetto da paracadute ed airbags, finalmente ammartare, pur essendo ancora in attività a distanza di quasi un anno, quando si pensava restasse operativo "solo" 90 giorni, non ha avuto comunque vita facile né la fortuna del fratello Opportunity.

E’ atterrato in una zona non proprio interessante, ha subito il “silenzio” forzato a causa di un problema ai software, ha esaminato il cratere Gusev ed ha cominciato a mostrare problemi all’apparato locomotore e ai freni. La zona d'azione, piuttosto accidentata e costellata di sassi, non lo ha certo agevolato; eppure Spirit nelle ultime settimane, imperterrito, alla ricerca di maggiore gloria, simile almeno a quella di Opportunity, si è lanciato contro le colline Columbia, quelle che aveva mostrato sul fondo della landa in cui è atterrato in cerca di "buone novelle" ma come, se pieno di acciacchi?

In presenza di due ruote  anteriori praticamente usurate ha ripreso la sua corsa …. all’indietro, come i gamberi!

In effetti ciò ha funzionato, pian pianino Spirit è giunto sulle colline Columbia, proprio in cima ad esse, e forse qui i tecnici della Nasa decideranno di fargli trascorrere l’inverno marziano in attesa di giorni con maggiore luce solare e cioè in grado di fornire quell’energia necessaria al robot per muoversi al meglio.

Ecco però che l’imprevisto si accanisce su Spirit: come potrà muoversi a fronte delle ultime foto? L'immagine sotto è stata scattata il 19 novembre, durante il 313° giorno marziano, giorno in cui ha “camminato” indietro per circa 29,87 metri.

La scia lasciata dalle due ruote anteriori (il robot, ricordiamolo, procede all’indietro) è visibilmente singolare: quella alla vostra destra è più profonda. Perché? Perché purtroppo la ruota non gira più e viene, praticamente, trascinata!

La stessa N. Cox, ingegnere capo della missione dei due robot, ha detto recentemente in una conferenza al Planetario di Milano come occorrerà preparare, in futuro, robot maggiormente resistenti dal punto di vista strutturale in quanto ormai si è sperimentato come siamo in grado di superare, in fatto di autonomia e batterie, i tempi inizialmente previsti per ciascuna missione.

Anche per i robot su Marte è meglio far valere il vecchio adagio: “Mens sana in corpore sano”. L’esperienza fatta  grazie a Spirit ed Opportunity sarà fondamentale per le prossime missioni sia Nasa che ESA.

Onore a Spirit, il vecchio “Gambadilegno” sul pianeta Marte-anopoli.

 

 
 
   
   

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