Raeliani e cloni fantasma

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Tra pochi giorni sarà il compleanno del primo baby-clone della storia umana. Ad annunciarne la nascita fu Brigitte Boisselier, la sacerdotessa dei raeliani che descrisse l'evento come un passo epocale per l'intera razza umana. Ma di quel bambino, come del resto anche degli altri 4 annunciati al mondo dalla setta, non si hanno più notizie. "Accusata di aver ordito una colossale truffa dai più agguerriti rivali nella corsa alla clonazione - scrive Maurizio Molinari, corrispondente a New York della Stampa - la Boisellier ha azzerato le uscite pubbliche, delegando la difesa d'ufficio al proprio sito Web".

"Cinque baby-clone sono stati creati fra il 26 dicembre 2002 e il 4 febbraio 2003 e si stanno sviluppando normalmente - dice la sacerdotessa, anche direttore scientifico dell'organizzazione medica Clonaid - Siamo stati accusati di falso per mancanza di prove ma si tratta di esseri umani e non di oggetti, ho dovuto scegliere fra la mia reputazione e la vita dei bambini. Presto - aggiunge la dottoressa - ne nasceranno altri e fra i parenti vi sarà chi si svelerà".

Per avvalorare quanto da lei asserito la ricercatrice raeliana ha invitato i curiosi, ma soprattutto i ricercatori, a consultare il sito humanclonerights.org sul quale si potranno consultare i rapporti scientifici sui 5 bimbi. Sul sito indicato però, non si vede nulla, nel senso vero e proprio della parola. Chi si collega, infatti, vedrà semplicemente una pagina nera.

"E' spazzatura - ha commentato Rick Borchelt, portavoce del Whitead Institute del Massachusetts, all'avanguardia nella ricerca sul menoma - non hanno mostrato alcuna prova in tanti mesi, non c'è alcun a base scientifica allo loro affermazioni e non c'è ragione per considerare vero ciò che dissero un anno fa". "Per quanto riguarda l'equipe dei raeliani - dice poi Axel Kahn dell'istituto Cochin di Parigi - ho avuto conferma della pochezza numerica e scientifica coinvolta".

L'esistenza di elementi che testimonino l'esistenza di un baby-clone - conclude Molinari - viene presa d'esempio da Gerald Schatten dell'Università di Pittsburgh che ribadisce con forza che la riproduzione clonata di esseri umani non è sicura, non è etica e dovrebbe essere dichiarata illegale. Parole che, dette da lui, esperto e nome di punta nella ricerca sulla clonazione delle scimmie, dovrebbero far pensare.

 

 

 
   

Data: dicembre 2003

Autore:

Fonte: TiscaliOggi

 

 

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