Biodiversità, arriva il superdottore

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Dovrà curare e valorizzare le specie agricole a rischio d’estinzione

 

La chiamano erosione genetica, in un secolo ha divorato il 75% della biodiversità, ed è il male oscuro della flora mondiale. Secondo la Fao, il 12,5% delle piante (270 mila le specie presenti in natura delle quali 20 mila commestibili e 7 mila coltivate) potrebbe essere cancellato nel giro di pochi anni. India (1.350 specie su 16 mila) e Brasile (1.300 su 56 mila) le nazioni maggiormente attaccate dall’erosione genetica. Ma anche l’Italia non è immune al problema. «Nel nostro Paese sono 300 le specie a rischio su un totale di 5.600 - spiega Enrico Bonari, agronomo, preside della classe di Scienze sperimentale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa -. Una cifra destinata ad aumentare». Rischiano di scomparire, per esempio, alcune varietà di farro, di pomodori e persino alcuni tipi di granturco da polenta che usavano i nostri nonni.
Adesso per combattere il fenomeno, nasceranno i primi «superdottori» d’Europa specializzati in agrobiodiversità. Sono i laureati, che parteciperanno al dottorato internazionale (unico nel suo genere al mondo) organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna con il patrocinio del ministero dell’Università e della ricerca scientifica (sono stati stanziati 2 milioni e mezzo di euro in tre anni) e la collaborazione dell’Istituto Internazionale per le risorse genetiche vegetali, l’Accademia nazionale delle Scienze e la Fao.
«Scopo del dottorato è formare ricercatori in grado di sviluppare progetti di conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche - spiega Bonari -. Dunque, persone capaci non solo di studiare il fenomeno dell’erosione genetica, ma anche di proporre i rimedi, organizzando task force di esperti in tutto il mondo».
Perché il problema della salvaguardia delle specie vegetali non è soltanto scientifico e tecnico, ma culturale. E sono molti, purtroppo, i Paesi che lo ignorano completamente.
Il super dottorato avrà due sedi: Pisa (Scuola Superiore Sant’Anna) e l’azienda agricola di Maccarese (Roma), dove si trova il Consorzio Martial Ricerche e dell'Apgar (I nternational Plant Genetici Resource Institute ), un istituto internazionale di ricerca dell’Onu.
«Il corso a numero chiuso è aperto ai laureati in tutte le discipline che saranno selezionati con un esame a titoli - continua Bonari -. Si studierà per tre anni scegliendo due indirizzi: risorse genetiche vegetali e biodiversità funzionale negli agroecosistemi».

 

Marco Gasperetto http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ECONOMIA&doc=APR

 
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