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L'errore di Mendel 

 
     
 

La legge dell'ereditarietà di Mendel, accettata da tutto il mondo scientifico da più di 100 anni e insegnata in tutte le scuole, potrebbe non essere sempre valida. Lo sostiene una ricerca pubblicata su Nature da un gruppo di studiosi guidati da Robert Pruitt, genetista molecolare dell'Università di Purdue, nell'Indiana (USA).

I ricercatori hanno studiato una pianta, l'Arabidopsis, che spesso presenta una mutazione genetica che impedisce ai fiori di aprirsi. Se entrambi i genitori hanno due copie del gene mutante, chiamato hothead (testa calda), la legge di Mendel prevede che anche la prole lo abbia, mentre gli esperimenti di Pruitt dimostrano che nel 10 per cento dei casi la prole ha il gene sano, ereditato dai "nonni", con i fiori normali. "Questo mette in crisi tutte le nostre convinzioni" spiega Pruitt, "e significa che il meccanismo dell'ereditarietà è più flessibile di quanto creduto in passato: le leggi di Mendel che abbiamo studiato a scuola restano fondamentalmente corrette, ma non valgono in assoluto". Questa ricerca potrà avere anche significative conseguenze pratiche: anche se il gene hothead non è presente negli animali, secondo molti indizi lo stesso ruolo potrebbe essere giocato da altri geni. Quando gli scienziati ne sapranno di più, il meccanismo dell'Arabidopsis potrà essere di grande aiuto per la terapia genica.

 
     
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Data: 25/03/2005

Fonte: Alamanacco della scienza - CNR - Galileo

 

 

 
 

 
 

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