PROGETTO SETI: Search For ET Insecurity

di

Margherita Campaniolo

 

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Un bug è stato scoperto da uno studente olandese di informatica nel software dello screensaver usato da quei milioni persone che hanno sottoscritto una collaborazione col SETI. La collaborazione li vede impegnati, congiuntamente all’ente di ricerca, alla "caccia", nell’etere, di eventuali messaggi radio di matrice extraterrestre.

Tale bug avrebbe permesso di introdursi nei computer simulando una chiamata partita dal server SETI e prendendo possesso dei PC in remoto.

Berend-Jan Wever, studente presso la Delft University of Technology del Netherlands ha aggiunto che ciò sarebbe stato possibile tramite un update del software che consentirebbe la forzatura del codice non autorizzato.

I coordinatori del SETI@home dell’University Berkeley della California, hanno rilasciato un aggiornamento che corregge il bug e si difendono dalle polemiche affermando che ad un attacker occorrerebbero ben altri trucchi per simulare l’unità centrale SETI! Un messaggio sul website SETI@home chiarisce come, a loro conoscenza, nessun client di SETI è stato violato mai in questo modo.

E per fortuna, direi io! In un mondo informatico in cui sembra non salvarsi nessuno dagli hacker speriamo almeno in una protezione "aliena". Che non si dica poi, trovato finalmente il tanto sperato "messaggio extraterrestre": <<Sarà alieno doc o made in hacker?>>

Margherita Campaniolo

 

 
   

Data: domenica 23 novembre 2003 13.03

Autore: Margherita Campaniolo

 

 

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