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Spirit atterra su Marte, l'intervento

Lì forse c'è vita, tra 20 anni il viaggio dell'uomo

 

di Margherita Hack

La missione ha avuto successo:
adesso intorno a Marte ci sono due sonde, una europea e una americana. La ragione della gioia della Nasa e degli scienziati spaziali è che il robot della sonda americana è atterrato e, fra qualche mese, ne sapremo dunque di più su questo pianeta. Già conosciamo la struttura del suolo di Marte, sappiamo che ci sono canyon lunghi migliaia di chilometri, bacini di laghi e letti di fiumi disseccati molto più grandi del Mississippi, un vulcano spento, l’Olympus, alto 27 mila metri, cioè il triplo dell’Everest, su un pianeta che ha il raggio lungo circa metà di quello terrestre.

Ma non ci basta, vogliamo sapere altro. Non solo se c’è acqua e quanta, ma anche se ci sono forme viventi: batteri o batteri fossilizzati. E poi queste missioni servono come lavoro preparatorio in vista di quella che sarà la grande avventura della prima metà del nuovo secolo, la missione umana su Marte, ipotizzabile attorno al 2020-2030. Una missione che presenta grandi difficoltà anche di ordine psicologico, perché un viaggio verso Marte dura mesi e stare 6-7 mesi chiusi dentro una sonda per l’andata e altrettanti per il ritorno non è uno scherzo. Difficoltà, insomma, ben maggiori di quelle che abbiamo affrontato per andare sulla Luna, che, al confronto, è a due passi: Marte alla sua minima distanza dalla Terra è a 55 milioni di chilometri, la Luna a 380 mila chilometri.

Ma la difficoltà si supereranno, Marte non è un pianeta come gli altri, ha sempre affascinato l’umanità. La grande curiosità è cominciata verso la fine del XIX secolo, quando il nostro Giovanni Schiaparelli credette di vedere delle figure su Marte che chiamò «canali» e questo termine fu interpretato come se fossero canali artificiali, quindi costruiti da qualcuno, e si cominciò a pensare alla presenza su Marte di una civiltà molto evoluta.

Io a queste cose non ci ho mai creduto, però cosa succederebbe se su Marte scoprissimo davvero dei batteri, viventi o sotto forma di fossili? Studieremmo il loro Dna. Ci sono varie ipotesi sull’origine della vita sulla Terra. Quella più accreditata e che gli esseri viventi si siano formati casualmente nei grandi oceani caldi, con gli atomi che si sono aggregati in molecole, via via sempre più complesse. Ma esiste anche l’ipotesi che la vita sia venuta dallo spazio. E se i Dna trovati su Marte e quelli terrestri risultassero identici, potrebbe essere una prova proprio a favore della panspermia, cioè della vita venuta dallo spazio. Sono infatti convinta che sia molto improbabile che si possa venire in contatto con gli extraterrestri, ma le probabilità che esistano altre forme di vita nell’universo, invece, sono reali.

Si troveranno tracce di vita su Marte? Io spero di sì: sarebbe davvero interessante, vorrebbe dire tante cose. Marte ha condizioni abbastanza simili a quelle terrestri: giorno quasi uguale (il suo periodo di rotazione è infatti di 25 ore), stagioni simili alle nostre, una tenue atmosfera, non respirabile, di anidride carbonica che provoca un «effetto serra» che rende le oscillazioni di temperatura quasi sopportabili. All’equatore, durante l’estate marziana, si passa dai »20 gradi di mezzogiorno ai -80 di notte. Un’escursione termica forte, certo, ma con temperature che si trovano anche sulla Terra, quindi accettabili. Poi sappiamo che ai poli c’è acqua ghiacciata, oltre ad anidride carbonica, pure quella ghiacciata, e abbondanza di acqua potrebbe esserci anche nel sottosuolo: sarà compito di un radar italiano fare questa verifica, cioè accertare la natura del sottosuolo di Marte fino ad una profondità di 5 chilometri.

Ci sono altri luoghi nel sistema solare dove forse ci potrebbero essere forme di vita elementari: i due grandi satelliti di Giove, Europa e Callisto, sotto la crosta hanno grandi oceani d’acqua, che è fondamentale per la vita, e le maree dovute alla vicinanza di Giove mantengono la temperatura abbastanza alta da rendere possibile l’esistenza. Certo, ma come si fa ad arrivare su Giove? Ci arrivano le sonde, per mandarci gli uomini bisognerà aspettare forse qualche secolo. Penso che nel sistema solare si riuscirà a viaggiare, ma non oltre. Anche sul satellite di Saturno, Titano, potrebbero esserci forme di vita elementari perché nell’atmosfera ci sono molecole organiche molto complesse, ma Titano è ancora più lontano di Giove. No, per ora Marte è la nostra unica speranza: lì è plausibile pensare di trovare forme di vita, fossile o vivente che sia. Io ci spero, mi piacerebbe che fosse proprio così.
Corriere della Sera

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