Un attimo, ed ecco che l’ufo è servito!

 
 

Riconoscere quello che c’è nel cielo

 
 

Dal caso Agrigento alle "meraviglie" celesti

 
     
 

di

Pietro Torre

 
     
 

Recentemente il filmato di un presunto ufo ha fatto molto rumore, specialmente in ambienti che si definiscono “di ricerca ufologica”, ma che in realtà tendono al sensazionalismo per richiamare i più sprovveduti, che in genere sono un po’ sognatori, onde “ammannire” le amenità che sugli ufo è facile inventare. Non è che con questo io voglia negare che il fenomeno esista e meriti la massima attenzione ma l’ufologo serio, secondo me, deve muoversi come l’istruttore di elefanti che deve far uscire il suo animale da un negozio di cristalli dove, per caso, si è trovato ad entrare.

Tornando al filmato, girato in Agrigento verso la fine di Ottobre e rifilmato (da altri) nei primi di Novembre del 2006 con contorno di altre segnalazioni dello stesso tipo, una girandola mediatica ingigantì la faccenda a dismisura: un puntino luminoso che cambiava colore basso nel cielo divenne “una enorme palla di luce” e le involontarie piccole vibrazioni dovute alla mano dell’improvvisato “cameraman” fecero gridare a “movimenti oscillatori e a zig-zag” di tale luce, subito definita “astronave aliena”. Ma che cosa filmò quel bravo signore?

Diedi uno sguardo alle immagini apparse sul web e senza dubbi riconobbi la bella e luminosa stella Sirio, la più splendente del cielo che, a quasi 10 anni-luce da noi, mostra tutto il suo fulgore almeno dal tempo degli antichi Egizi.

Fra qualche migliaio di anni (10.000 circa) il suo corso si abbasserà, anno dopo anno, finché sparirà all’orizzonte, mentre la costellazione del Toro, che oggi brilla altissima nelle notti di autunno-inverno, a quel tempo sfiorerà l’orizzonte Sud, come ora fanno Sagittario e Scorpione. La causa di ciò è il movimento conico dell’asse terrestre, ovvero la cosiddetta “precessione degli equinozi”: in circa 26.000 anni l’asse terrestre si muove come l’asse di una trottola che sta per fermarsi e il polo cambia assieme alla posizione delle stelle.  

Ma, direte, come mai proprio in quelle sere spiccò tanto agli occhi la luce di questa stella? Forse Sirio non appare sempre nel periodo freddo? A questa domanda può rispondere il meteorologo. Ci sono talora delle serate in cui la limpidezza del cielo supera la norma: non capita, ad esempio, che in alcune notti la Luna ci appare più grande, tanto vicina ai tetti delle case che quasi verrebbe di allungare una mano per prenderla? Ebbene, proprio in una di queste sere dalla limpidezza eccezionale (furono diverse fra fine Ottobre e primi Novembre 2006) lo sguardo di quel testimone fissò Sirio, che, essendo bassa sull’orizzonte e quindi dovendo la sua luce attraversare una fascia più densa di strati atmosferici (con tutto l’inquinamento che vi galleggia dentro), si comportava come una specie di faro, accendendosi e spegnendosi e cambiando persino colore.

 

Si pensi ora agli antichi Egizi: essi cominciarono a vederla bassa sull’orizzonte circa 5.000 anni prima di Cristo e per la sua posizione (come fa il Sole, del resto, al tramonto) la videro di colore rosso (l’Almagesto di Tolomeo, un astronomo del II° sec. d. C., indica ancora Sirio come stella rossa!); dopo, man mano che il suo percorso apparente sulla sfera celeste andò “salendo” nei secoli, il vivido colore bianco-azzurro della stella fece bella mostra di sé, non lasciando dubbi sulla sua natura di stella giovane e caldissima.

Guardiamo ora questa immagine: 
 
 

 
     
 

Questa cartina stellare, presa alle nostre latitudini, mostra la costellazione di Orione (a destra) e Sirio (a sinistra), che è la stella chiaramente più luminosa della zona, quella sud-occidentale del cielo. Sirio non va mai oltre quella altezza sull’orizzonte e quindi la sua luce appare più “arrossata” del normale, come si è detto. Ha una compagna massiccia, difficilmente osservabile anche con gli strumenti più potenti, che ne perturba l’orbita galattica (Sirio B). Gli antichi Egizi, per i quali era un messaggero celeste importantissimo, la chiamavano Sothis e poi i Latini la ribattezzarono Canicola (dalla costellazione del Cane Maggiore di cui fa parte) e il suo sorgere mattutino indicava l’inizio del periodo del caldo più intenso (il termine si usa anche ora). Poiché ai tempi dei faraoni l’orbita apparente di Sirio era così bassa che la stella si poteva osservare soltanto alla latitudine dell’Egitto e poiché era, come oggi, la stella più luminosa del cielo (superata in splendore solo da Sole, Luna e dai pianeti Venere e Giove e talora Marte, quando è in “opposizione”), fu ritenuta una specie di “stella sacra egiziana” e come tale identificata con la dea Iside. Come appare in questa bella foto, a destra di Sirio, spicca la sagoma del cacciatore Orione, una costellazione identificata a quel tempo con Osiride, fratello e sposo di Iside.

Il CISU riceve quasi giornalmente segnalazioni da ogni parte d’Italia di gente che sostiene di vedere in cielo delle strane cose. Per lo più parla di luci dalla forma indistinta o circolare che sfrecciano a notevole velocità (molto superiore a quella di un aereo, scrivono: in effetti si tratta di bolidi) o stazionano per ore fermi, cangianti, tanto da consentirne la videoripresa.

Un altro classico caso è quello di persone che dicono: “Stavo scattando una foto al paesaggio ed ecco ho notato, al momento di scaricare la foto al pc, che nel cielo c’è qualcosa di strano”. I più saggi inviano la foto e chiedono una spiegazione, ricevendo dal nostro perito espressioni del tipo: “Era un granello di polvere finito sull’obiettivo, era il riflesso del lampione (spesso lo si individua anche nell’immagine e si fa notare la simmetria rispetto al centro della foto), era un uccello, una gocciolina di vapore acque (di sera spesso l’umidità dell’aria condensa sul vetro più freddo della fotocamera), ecc.”

Qualcuno, dopo un sommario controllo, produce un vistoso ingrandimento e ci mostra un disco volante ben delineato, con tanto di cupola e di luci, salvo poi a scoprire che in realtà si trattava di una mezza gocciolina d’acqua su cui si rifletteva un lampione… Le foto sono quanto di più ingannevole si possa immaginare: io stesso inseguii per anni una foto degli anni ’50 e quando finalmente ebbi in mano questa “prova”, con tanto di ufo ellittico, inclinato, gigantesco, diurno e con luci attorno e struttura complessa che sembrava quadridimensionale, scoprii, grazie all’aiuto dei numerosi esperti consultati, che si trattava del riflesso della lente dell’obiettivo, prodotto dal Sole, altissimo di quella giornata di maggio, sulla pellicola interna.

Un attimo, ed ecco che l’ufo è servito! Non c’è delusione a scoprire tutto questo, c’è anzi la soddisfazione di aver spiegato un caso e di aver contribuito alla conoscenza della verità.

 

 
 

Data: 25 gennaio 2007

Autore: Pietro Torre - CISU (Centro Italiano Studi Ufologici)

Fonte e credit dell'immagine: © J.C.Casado - http://www.skylook.net/album/estr/est14.htm

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