'Ho visto gli extraterrestri. Hanno la base sul Ticino'

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Alfredo Lissoni, giornalista appassionato ufologo. Da anni si interessa di studiare fenomeni extraterrestri imbattendosi in strane storie e racconti di chi vive sulle sponde del Ticino. La scorsa settimana, a Casei Gerola, in un campo di grano, sono stati avvistati i 'cerchi'  

 

 
Milanese. Quarant'anni di cui quasi la metà spesa a scrutare il cielo o a decifrare segni misteriosi sulla terra.

Diploma magistrale, pochi esami alla laurea in lettere. Diciassette libri pubblicati. Una moglie laureata con una tesi di ufologia. Insegnante di religione, giornalista e soprattutto ufologo.

Scheda biografica di Alfredo Lissoni, per anni segretario nazionale e coordinatore per la Lombardia del Cun, il Centro ufologico nazionale. Storia di una passione iniziata quando gli ufologi, è il caso di dirlo, venivano ancora guardati come alieni. "Era il 1987 - racconta Lissoni -. Leggevo i libri di Piero Angela, molto scettici sull'argomento, e incominciavo a interessarmi. Insegnavo a Pantigliate. Un giorno sono stato dai carabinieri che, molto tranquillamente, mi hanno lasciato raccogliere materiale e dossier. Sono andato a Linate e mi rimpallavano da un ufficio all'altro mentre prendevano informazioni sul mio conto. Ho trovato dei piloti che mi hanno raccontato il caso del radarista Antonio De Stasio che nel giugno del '79 aveva visto a occhio nudo un oggetto a forma di fuso che invece il radar non riusciva a captare. Soltanto a distanza di tempo mi sono ricordato che anch'io avevo avvistato un Ufo. Avevo 14 anni. Era una domenica d'estate a Casteggio. Si usciva dalla messa. Ho alzato gli occhi e ho visto un fuso metallico illuminato dal sole che si muoveva lento e silenzioso".

Delle trecento indagini su presunti avvistamenti e fenomeni incredibili fra Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Lissoni ne ricorda tre, quelle che considera le più emblematiche. "Luglio del '93 a Lirio, un paese di duecento anime nell'Oltrepò Pavese. Un agricoltore stava manovrando il trattore in un campo in pendenza. Si è voltato e ha visto, alto sopra di lui, un essere di due metri, robotico, coperto di scaglie metalliche, due luci al posto degli occhi, due sul petto, due sulle gambe. Era metallica anche la voce con cui l'uomo ha creduto di sentirsi dire in italiano: 'Le tue armi non mi fanno niente. Siamo qui in quattordici. Sta' fermo'.

Sono andato a conoscere questa persona. Ho trovato un omaccione massiccio, in canottiera. Mi ha rifatto il racconto. Mi ha portato sul posto. Siamo stati insieme due ore. Era assolutamente sincero".

Estate del 2004. Ancora in Oltrepò, fra Casei Gerola e Pontecurone. Cerchi nel grano, enigma e rompicapo classico per ufologi e no. Fra le spighe ne appaiono sette e uno è staccato dagli altri. Le spighe intorno sono integre. Nessuno le ha calpestate. Vengono esaminate dalla Asl di Parma che scopre una patina di polvere ferrosa, impossibile da staccare. Come a dire che si deve escludere lo scherzo di un burlone. Il caso più inspiegabile affrontato da Lissoni ha per protagonista un insegnante di Bergamo. Una notte, era il '96, si è svegliato con la sensazione di una presenza estranea nella stanza. La mattina si è guardato allo specchio. Nella sua folta barba era spuntato un pelo diverso, enorme, tre volte più grosso degli altri. Lo ha conservato. Ha incominciato ad avere strani ricordi. Si vedeva bambino, steso sul letto, con un essere piccolo, la testa a cupola, gli occhi ovali, che gli girava attorno.

Un giorno si è scoperto su una gamba una grossa cicatrice. Suo fratello ne aveva una identica. Qualche tempo dopo dalla scuola materna lo ha chiamato la maestra del figlio di quattro anni. Il bambino disegnava uno strano coniglio e dei razzi. 'Papà, è il coniglio che ci viene a trovare la notte. La mamma si alza e va verso la luce dove ci sono gli altri coniglietti'. E il coniglietto com'è, ha chiesto l'uomo? Il bambino ha preso un coniglietto di peluche, gli ha piegato le orecchie, gli ha messo un paio di occhiali da sole. Ne è uscita l'immagine dell'alieno che in gergo si chiama «grigio».

Per due anni ho accompagnato il professore bergamasco da uno psicologo. Sotto ipnosi ha ricordato tutto. Quel pelo strano spuntato dalla sua barba, è stato analizzato a Pisa. Dentro conteneva una struttura mobile che si apriva a croce». Su un punto Lissoni non ha dubbi. Attorno al Ticino ruota un triangolo ufologico che ha i suoi vertici fra Cassolnovo, Remondò (dove esiste una base dell'aeronautica militare) e l'area novarese del fiume.
"Gli avvistamenti sono iniziati negli anni '30. Negli anni '80 una coppia in cerca di intimità sulla riva ha visto un Ufo emergere dall'acqua".
 

Data: 15 maggio 2006

Autore: di Gabriele Moron

Fonte: http://ilgiorno.quotidiano.net

 

 

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