Viaggio nel tempo?

Ma in quale tempo?

Brevi riflessioni di qualcuno che ha pensato troppo

 
     
 

di

Pietro Torre

 
     
 

Nel 2007, all’alba del XXI° secolo, noi (e mi riferisco anche ad uomini di gran cultura) viviamo ancora come se la relatività e la meccanica quantistica non fossero mai state scoperte. Ci sono ancora dei sognatori che pensano che l’uomo, grazie al suo apparentemente infermabile progresso, arriverà a costruire, prima o poi, la famosa “macchina del tempo”.

Quando le leggi probabilistiche che regolano l’Universo non erano state ancora dimostrate, una delle cose più assurde che sembrava presentare tale viaggio (ammesso che il termine viaggio sia corretto: viaggiare significa infatti spostarsi nello spazio con un tempo che costantemente va avanti) era il fatto che se una persona incontrasse suo padre o sua madre e li uccidesse, praticamente cancellerebbe dall’Universo la propria esistenza!

Per anni questo paradosso tormentò le menti più fini che, più che di preoccuparsi di come costruire una macchina così pazzesca, andarono a preoccuparsi di più delle conseguenze che il fantastico “viaggio” avrebbe causato. Ad esempio, se io riuscissi a viaggiare fino a ieri, potrei conoscere i risultati delle partite di calcio ed arricchirmi a dismisura! Ma, ripeto, allora non era nota la meccanica quantistica che fa del “Tutto” un grande gioco di probabilità.

Senza entrare in discorsi troppo contorti, vado ad un esempio banale. Se in questo momento ho una mano alzata, io nel prossimo istante potrò dirigerla a destra, a sinistra, al centro o non muoverla affatto. Ebbene, una volta effettuato il movimento, ad esempio a destra, esso resterà indelebile nella storia dell’Universo, almeno questa è l’impressione che ne riceverò. Ma in realtà è questa la più grande assurdità che si possa immaginare: eppure tutti noi viviamo con queste convinzioni! Se una scelta futura prevede infinite possibilità, per la legge della simmetria del tempo,  anche le scelte del passato devono essere infinite. Solo nella mia piccola mente quell’evento è definitivo… Se dunque io viaggiassi indietro nel tempo e giunto allo stesso momento in cui la mia mano è alzato io consapevolmente decidessi di dirigerla a sinistra, che succederebbe? Semplice,mi avvierei su un altro Universo.

Dunque, per quanto assurdo possa sembrare (ma a rigor di logica non lo è), esistono Universi in cui Napoleone a Waterloo ha vinto, esistono Universi in cui la Terra è stata distrutta da una guerra nucleare, e così via, tanti quanti gli Universi futuri con le loro probabilità ancora da “decidere”. Questo gioco perverso è il trionfo del relativismo, la filosofia tanto temuta dal papa, che è uomo di cultura e sa a cosa questo può portare. Eppure non è un fanta-discorso il mio, è il risultato pratico di un secolo di ricerca in fisica subatomica e in teoria dei campi.

In fondo ognuno ha un proprio universo, fatto di cose, persone ed eventi fra loro distinti; di tanto in tanto, con la comunicazione (davvero la cosa più bella che ci sia), il mio universo e quello degli altri si incontrano, ma generano in ognuno sensazioni ovviamente diverse. Io posso risultare gradito a qualcuno, sgradito a qualche altro. Io non esisto per tanti miliardi di altri esseri viventi al mondo, così come essi non esistono per me. E allora che succederebbe se davvero quella macchina venisse costruita?

In fondo i fisici dicono che se nelle leggi matematiche che regolano il meccanismo cosmico cambiamo t in –t, esse restano praticamente invariate. Ed hanno ragione, solo che l’ipotetico cronoviaggiatore (sia che vada nel passato che nel futuro) non potrebbe mai determinare la successione esatta degli eventi che hanno condotto al presente e si perderebbe nel labirinto degli infiniti universi scomparendo per sempre chissà dove…

 
     
 

Data: 25 gennaio 2007

Autore: Pietro Torre - CISU (Centro Italiano Studi Ufologici)

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