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Alla ricerca del più bello tra i cerchi nel grano nazionali 2004

Agroglifomania?

Per alcuni non c'è via d'uscita!! E perchè non perdervisi dentro?

di Margherita Campaniolo

09/11/04 Qual è il più bello tra i crop circles italiani, il più complesso, il più spettacolare e più “alieno”? Da più parti, tra gli appassionati del fenomeno dei cerchi nel grano, è questo l’interrogativo che ci si pone, ora che il periodo clou della stagione 2004 può dirsi definitivamente concluso.

La risposta, se limitata all’aspetto artistico degli agroglifi, risente inevitabilmente del gusto personale,  per altre speculazioni, sembrerà quasi assurdo, le valutazioni vanno dal “bianco” al “nero” persino su medesimi cerchi, impera la soggettività. E’ normale ciò accada nell’ambito estetico ma l’eclissarsi dell’oggettività  in quello scientifico, se mai può esserci d’aiuto nell’analisi dei crop, è un mistero nel mistero.

E’ stata tutta una corsa, una corsa da un punto all’altro della penisola dal centro Italia in su dove ciascuno ha interpretato la sua parte, spesso improvvisando: c’è chi è stato l’alieno che agisce come un uomo e chi l’uomo che agisce come un alieno, chi l’esperto, chi il circlemakers, chi il critico d’arte, chi il difensore della “scienza dei cerchi” e chi il perplesso in attesa dei “cerchi della scienza”.

In questo bailamme Space Freedom non ha dubbi e, senza volere nulla togliere a cerchi come quelli di Bacciolino, Sabaudia, Fossano, con un gesto controcorrente ma che sa di nostalgia verso favole antiche di diavoli mietitori e bestie antropomorfe all’opera, ritiene  che il più bello, il più complesso, il più spettacolare ed alieno degli agroglifi nazionali 2004 è quello su mais di Arlesega di Mestrino in provincia di Padova.

Qual è? E’ un labirinto di ben 20.000mq su un campo coltivato a mais presso l’azienda agrituristica “Gallo Nero” e che rappresenta un extraterrestre in testa ad una fila di astronavi aliene.

Siamo certi che molti lettori si diranno: cosa c’entra quell’opera umana con i crop circles? In definitiva, senza volere apparire irriverenti nei confronti di esperti o entità sovrumane, c’entrano qualcosa i crop circles italiani 2004 con gli alieni? Ce lo chiediamo ancora. L’opera del Gallo Nero ha tutte le caratteristiche per “fregiarsi” del titolo di agroglifo: è su piante tradizionalmente coinvolte (mais), è complesso (20000mq di cerchi, anelli, segmenti), costituisce un messaggio (chiara rappresentazione iconica). Lo ha fatto un uomo? Le casistiche internazionali dei cerchi nel grano sono piene zeppe di creazioni umane se solo (parola d’esperti) una piccolissima percentuale di crop circles presentano caratteristiche misteriose eppure ciò non costituisce elemento per una la loro esclusione. Si tratta di piante falciate e non piegate? Lo è anche il cerchio in un campo di avena dell’Hertfordshire del 1678 noto come il “The Mowing Devil”, eppure “troneggia” in pubblicazioni sui crop circles incoronato come prova storica del fenomeno e, ancora una volta, ciò non costituisce elemento per le sua esclusione.

Unico neo: qui nessuno cerca di far passare l’agroglifo per quello che non è, e cioè ne è nota la paternità, l’intenzionalità, la creazione in accordo con i proprietari del terreno, la finalità; tutto questo, ci sia permesso, ce lo fa piacere ancora di più!

Il labirinto 2004 di Arselega di Mestrino non è la prima esperienza per l’azienda Gallo Nero, già lo scorso anno l’iniziativa era stata messa in atto, segnalata anche in un numero del mensile Focus; in quell’articolo si annunciava per l’anno a venire una creazione a soggetto alieno ed è per questo che Space Freedom, ricordando la cosa, ha tenuto d’occhio l’attività dell’azienda e raggiunto i responsabili della Gallo Nero:

D: Nel 2003 abbiamo appreso, dalle pagine del mensile Focus, della vostra, per l’italia, originalissima iniziativa. Quest’anno un labirinto a tema ufologico. Complimenti, bellissimo agroglifo!

R: Ci fa molto piacere ricevere i vostri complimenti per il nostro labirinto.

D: Troviamo molto stimolante l’idea di un labirinto come il vostro che, se da un lato, per le piante interessate (il mais) ci ricorda i crop circles di cinematografica memoria (alla Signs) dall’altra trova, nella scelta del soggetto, un connubio dal forte impatto.

R: In effetti è vero, noi siamo stati eccitatissimi all'idea di un percorso a tema ufo. Abbiamo scelto il percorso alieno per più motivi: estetico, per divertimento e perchè intrigante, oltre al fatto che ci ricordava ovviamente i crop circles; volevamo anche noi far parte dello "spirito alieno".

R: Il labirinto si sviluppa su di un’area di notevole dimensione eppure il risultato è notevole

D: Si, quest'anno siamo stati un po' sfortunati a causa del maltempo, è stato difficile riuscire a fare i cerchi belli rotondi, realizzare il percorso è sempre un lavoraccio!

D: Quali sono i perché della vostra iniziativa?

R: L’Agriturismo Gallo Nero nasce dal desiderio di portare i nostri visitatori a cercare di capire come funziona l'agricolura dei giorni nostri, attraverso uno spirito innovativo, ma senza dimenticare gli insegnamenti di chi ci ha preceduto. La nostra idea del labirinto e' di portare la famiglia nel verde e all'aria aperta in un’attività semplice e antichissima!

D: E cosa traete dall’esperienza fatta? 

R: E’ bello vedere le persone che si divertono al nostro "parco", pronte a risolvere le nostre "sfide". C'è questo desiderio d'inoltrarsi in un luogo insolito e sconosciuto, percepire fisicamente il legame con il proprio senso dell'orientamento ma è comunque un'inoltrarsi accompagnati dalla sicurezza perchè i nostri ospiti sono già consci che: il labirinto è un gioco, c'è un'uscita, se si perdono ci sarà qualcuno che li aiuterà a ritrovare la strada... infine, è un lasciarsi andare senza il vero senso del rischio, sembra quasi una simulazione, non c'è la vera paura di perdersi o di trovare qualcosa di pericoloso, spaventoso...(ti ricordo shining) percepire l'angoscia dell'ignoto. Rimane tutto nell'ambito ludico.

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E nel ringraziare e complimentarci ancora con i responsabili dell’azienda (appuntamento al 2005 con un labirinto a soggetto greco) ricordiamo come all’interno della stessa si svolgono iniziative che riteniamo importanti come i  percorsi e le attività didattiche alla riscoperta delle nostre radici rurali, altre meritevoli d’essere sottolineate come la” Giornata dedicata alla dislessia” nel labirinto magico, in collaborazione con l’A.I.D (Associazione Italiana Dislessia Onlus) per sensibilizzare sul problema della dislessia evolutiva e offrire ai soci e agli amici un occasione nuova per stare insieme.

Credo che tutta la filosofia del labirinto sia poi estremamente vicina al fascino intrinseco dei crop circles. Basta leggere cosa dice il papà di questi labirinti che, se in italia trovano ad Arselego una unicità, nel mondo sono sparsi tra il Canada, gli Stati Uniti, Messico ed una azienda Inglese, tutte realtà nate dall’estro del suo fondatore, Brett Herbst, nato nella terra dello Utah, laureato in economia e commercio del settore agricolo all'università di Brigham, entrato nel Guinnes dei primati nel 1996 col suo primo labirinto, il più grande labirinto del cereale degli Stati Uniti occidentali e dei sui “allievi”, applicando la maggior parte della sue conoscenza, traendo motivazioni dalle sue radici e che ama dire: "Potete prendere un ragazzo dal campo, ma non potete prendere il campo da un ragazzo”.

Dei suoi labirinti (passati da 1 del 1996 ai più di 150 nel 2004), così com’è stato per i crop circles,  ne ha parlato la stampa di tutto il mondo: la CNN, l’USA Today, il The Today Show, l’American Small Farm, il Time, il Newsweek e molti altri.

I 18.000 visitatori del suo primo labirinto, i centinaia di migliaia che sono seguiti, uniti alla moltitudine incredibile di visitatori dei cerchi nel grano stanno a testimoniare l’esistenza di un unico grande mistero: la forza della terra dentro di noi nell’universo sconfinato delle nostre anime.

 

 

 

 

 

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