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  Spuntano strani cerchi nel grano
 
 
 

Pellegrinaggio di giovani e genitori curiosi nel campo dietro l'asilo parrocchiale

 
 

di Alberto Sanavia

 
     
 

VIGONOVO. Misteriosi cerchi nel grano: i ragazzi gridano all'«invasione aliena», alcuni pensano sia una trovata per incentivare il turismo, altri ancora una burla ben pubblicizzata, ma stilisticamente male realizzata. Eppure da sabato il campo dietro
l'asilo parrocchiale, (proprio dove dovrebbe nascere il nuovo patronato) è diventato l'attrattiva principale per i giovani del paese e genitori curiosi.
«Tutto è iniziato sabato - dice il proprietario della Cartolibreria Centrale di Vigonovo - quando diversi ragazzi mi hanno detto che in quel campo erano apparsi strani cerchi». Tre, per la precisione, del diametro di circa 5 metri l'uno. Un disegno a spirale all'interno di essi faceva supporre che non si trattasse di un gioco del vento, ma di
una impronta creata da qualcuno che, forse, si è armato di tanta pazienza. «Giovedì ero passato in bici - dice Alessandro, un ragazzino che frequenta le scuole medie - e non c'era assolutamente nulla. Sabato mattina sono ritornato con alcuni amici e le figure si vedevano bene». Il vento e la pioggia di questi giorni hanno però intaccato le
forme, tanto che ormai se ne perdono le tracce.
I ritrovamenti dei cerchi e di altre figure nel grano sono iniziati sulla fine degli anni '70 nell'Inghilterra meridionale: grandi fino a 25 metri di diametro o piccoli come una ruota, questi misteriosi cerchi compaiono di notte, durante l'estate, e al loro interno le
spighe sono piegate a spirale e non spezzate. Ma grazie alla pubblicità mediatica, ben presto il fenomeno è diventato di massa e, al riguardo, non sono poche le burle messe in atto grossolanamente e talvolta smascherate. Vittime della serie Tv «Smalville» e del film «Signs» del 2002 di Shyamalan - che proprio in questi giorni andrà in onda in prima visione - l'opera fantastica di alcuni ragazzini ha forse trovato il suo compimento in questi giorni a Vigonovo. La notizia, comunque, ha rapidamente fatto il giro del paese. Il sindaco è stato subissato di telefonate di gente che chiedeva o suggeriva spiegazioni. Dietro all'asilo, soprattutto domenica, si è registrato un autentico pellegrinaggio di curiosi che volevano vedere con i loro occhi le misteriose forme disegnate sul grano.

 

 
 

L'UFOLOGO

 
 

«Domani vado a controllare se sono messaggi alieni»

Ritorna un fenomeno già registrato in altre parti Tre figure geometriche infiammano la fantasia della gente

 
 

VIGONOVO. Ogni qualvolta si scopra un disegno "astrale" nei campi, e quasi sempre quelli di grano, si riporta inevitabilmente a galla il dibattito mai risolto «Opera di extraterrestri o scherzo umano?». Gli esperti del settore - ne esistono - i cerchi nel grano li chiamato «pittogrammi». Ma anche gli esperti spesso usano molta prudenza, come nel caso di Antonio Chiumiento, ex vicepresidente del Centro ufologico italiano e primo presidente del Centro italiano studi ufologici. E' colui che ha analizzato i due casi di pittogrammi rinvenuti finora nel Nordest: nel 2004 furono scoperte figure geometriche in due campi seminati di Fontanafredda (Pordenone) e Nervesa (Treviso). Ora accoglie con entusiasmo il caso di Vigonovo, ma invita ad aver pazienza. «Andrò di persona a raccogliere elementi nel campo teatro del nuovo pittogramma», dice Chiumiento, che ora si interessa agli Ufo in veste di ricercatore indipendente, «innanzitutto dovrò appurare che non si tratti di una bufala, ossia di uno scherzo, o di un evento naturale, come a volte succede con i giochi che fa il vento. Verificato questo, è necessario analizzare le piantine del raccolto. Se gli steli sono spezzati non si tratta certo di un fatto legato a forze superiori, ma di qualcuno che ha agito meccanicamente. Altrimenti, se le piantine sono solo piegate, allora si può iniziare a parlare di pittogramma genuino».
Ma come si fa a piegare gli steli di un campo? «In questi casi succede che una sorgente di calore abbia assorbito tutta l'acqua della vegetazione creando così una piegatura degli steli. Per ora mi è difficile fare altre considerazioni sulla scoperta di Vigonovo, anche se posso dire che questa è la stagione giusta per simili manifestazioni aliene. A Nervesa, ad esempio, credo si trattasse della presenza di una forza superiore».
La domanda immediata è: ma chi sarebbero questi alieni? «Sfere di energia intelligente», conclude Chiumiento, «Ci lasciano quei messaggi, ma noi purtroppo non riusciamo a decifrarli».
(Michele Modesto)

 

 
 

IL FISICO

 
 


Morando: «Un evento semplicemente impossibile»
 

 
  PADOVA. «Nell'universo esistono forze certe: quindi nessuna navicella potrebbe atterrare indisturbata in un campo senza distruggerlo».
Maurizio Morando, docente di Fisica all'università degli studi di Padova, smonta ogni ipotesi di «approdo alieno» in Riviera del Brenta. Dopo una breve descrizione fornita al professore su quanto verificatosi nell'area dietro l'asilo di Vigonovo, «nulla può far
lontanamente pensare ad un atterraggio privo di conseguenze sul terreno stesso». Infatti, secondo il professore, «il calore sprigionato da un motore dovrebbe come minimo bruciare l'erba o dilatare il terreno attorno ai cerchi. Ipotizzando anche che si tratti di un oggetto volante di piccole dimensioni in arrivo dallo spazio, il solo attrito dell'aria causato dalla frenata dovrebbe aumentare di così tanto il calore attorno alla carrozzeria da renderla quasi incandescente. Da quanto mi è stato riferito, l'erba nel campo di Vigonovo è stata solo piegata e non vi sono segni di bruciature o di perni che si siano appoggiati al terreno: per ora le tecnologie a disposizione dell'uomo non sono arrivate a un tale livello di perfezione». Ma come funzionerebbe un meccanismo di frenata sul suolo? «E' un po' il procedimento contrario a quello del lancio di un razzo -
dice Morando - perché, per fermare un oggetto volante di quelle dimensioni, sarebbe necessario un getto di aria che funga da vero e proprio "cuscino frenante". Per questo motivo lo spostamento dell'aria non sarebbe circoscritto al perimetro della navicella ma muoverebbe l'erba nel raggio di decine e decine di metri, un po' come avviene per
l'atterraggio di un elicottero. Negli Stati Uniti si sta progettando  un motore a ioni che non sprigiona troppo calore e quindi potrebbe anche non bruciare la vegetazione. Anche in questo caso, però, la sola forza frenante e il conseguente spostamento d'aria del mezzo, dovrebbe creare un vero e proprio cratere e non limitarsi ad accarezzare dell'erba». Pur trattandosi di discorsi al limite della fantascienza, anche in Italia da qualche anno sono attivi delle vere e proprie ricerche su possibili atterraggi di navicelle aerospaziali. «So che alla facoltà di ingegneria aerospaziale di Milano - continua Morando - ci sono colleghi che compiono studi su questo tipo di eventi che molto spesso, come in questo caso, si rendono utili per smontare ipotesi d'improbabili atterraggi di alieni».

(al.san.)
 

 
 

Data: 10.05.2005,

Autore: Alberto Sanavia, Michele Modesto, al.san.

Fonte:Il Mattino di Padova,  p. 34 "Provincia"

 
     

 

 

 

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